L'ALLARME DEI PEDIATRI ITALIANI

Anoressia e bulimia per 2 milioni di ragazzi: iniziano già a otto anni

L'allarme è stato lanciato dalla Società italiana di pediatria: sono stati registrati nuovi disturbi alimentari che colpiscono anche i giovanissimi

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Sono due milioni gli adolescenti italiani che soffrono di un qualche disturbo alimentare. Anoressia, bulimia, ma anche nuovi disordini come la disfagia e la "food avoidance" che colpiscono fasce di età inferiori, interessando perfino i ragazzini di otto anni. L'allarme è stato lanciato dalla Società italiana di pediatria in occasione di un congresso organizzato il 4 giugno a Roma, nel corso si è tentato di offrire ai genitori gli strumenti per riconoscere i primi sintomi.

Allarme giovanissimi - Nel complesso in Italia sono due milioni i giovani interessati da questi disturbi, in metà dei casi classificati come parziali, che nel 40% dei casi si presentano tra i 15 e i 19 anni. A evidenziare l'esordio sempre più precoce dei disturbi dell'alimentazione è stata, tra le altre, anche una ricerca condotta dal ministero della Salute su 1.380 preadolescenti e adolescenti. Casi di anoressia e bulimia sono stati registrati già a 8 anni di età, insieme a disordini più complessi da interpretare come la disfagia, cioè la difficoltà a deglutire o l'alimentazione selettiva passando per il "food avoidance emotional disorder" (disturbo emotivo che porta a evitare cibo).

Quattro semplici domande - "Tra gli 8 e i 10 anni si manifestano i primi segni del problema", spiega Giampaolo De Luca, Vicepresidente della Società Italiana di Medicina dell'Adolescenza. "Se si riesce a intercettarli subito - prosegue - i ragazzi recuperano". Ma come riuscirci? Secondo l'esperto è tutto nelle mani del pediatra, il cui compito principale sta ne porre quattro "semplici" domande:

1. Ritieni che dovresti metterti a dieta?
2. Quante diete hai fatto nell'ultimo anno?
3. Ti senti insoddisfatto del peso del tuo corpo?
4. Il peso influenza l'idea che hai di te stesso?

Come riconoscere i sintomi - Anche per i genitori ci sono dei campanelli d'allarme. "Il genitore deve preoccuparsi - spiega De Luca - se nota ansia, oppure la tendenza a chiudersi in se stessi, se nascondono le cose che fanno o se si isolano". "Alcuni segnali - aggiunge - vengono dal modo in cui si mangia, ad esempio lo sminuzzare il cibo, la lentezza del pasto, l'esclusione di alcuni alimenti".

Guarire è possibile - Una volta individuato il problema la guarigione, dicono le statistiche, è possibile: allo stato attuale la remissione a 5 anni dell'anoressia è del 66,8%, contro il 45% della bulimia. "Il pediatra ha il compito fondamentale di fare da sentinella", dichiara il presidente della Società italiana di pediatria, Giovanni Corsello. "Una volta individuato il problema - conclude - serve però una gestione multidisciplinare, dal neuropsichiatra al nutrizionista, perché il disturbo alimentare è solo la manifestazione di un problema più profondo".