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Francia, confessa l'uomo fermato per l'incendio alla cattedrale di Nantes

Il rogo ha danneggiato la cattedrale del XV secolo. L'uomo rischia una pena di 10 anni di carcere.

Le autorità francesi hanno arrestato un 39enne ruandese, volontario della chiesa di San Pietro e Paolo di Nantes, a cui era affidato il compito di chiuderla, per l'incendio della chiesa il 18 luglio. L'uomo, fermato una prima volta e poi rilasciato, ha confessato di essere lui il responsabile del rogo che ha danneggiato la cattedrale del XV secolo. Rischia una pena di 10 anni di carcere.

Il 39enne era stato fermato e poi rilasciato, dopo l'incendio del 18 luglio, che distrusse l'organo, frantumò le vetrate e annerì l'interno della cattedrale, ha raccontato di aver provocato le fiamme accendendo i tre inneschi all'interno della chiesa: due agli organi della cattedrale e uno a un quadro elettrico. Fermato nuovamente questo fine settimana per ulteriori interrogatori, il volontario ha ammesso la responsabilità dell'incendio, come ha confermato il suo avvocato, Quentin Chabert: "Ha confessato e si rammarica dei fatti. E' pentito".

Il legale ha anche aggiunto che il suo assistito, in difficoltà col permesso di soggiorno, era "pieno di rimorsi" e che la confessione è stata "una liberazione": il volontario non ce la faceva più, perché da chiedeva invano il rinnovo e ormai avrebbe dovuto lasciare la Francia e tornare in Rwanda. 

A mettere gli investigatori sulle tracce del volontario della diocesi è stata una lunga email inviata a un centinaio di persone poche ore prima dell'incendio, nella notte fra il 17 e il 18 luglio. Destinata alla diocesi e alle autorità amministrative, la mail raccontava di "problemi personali" e del "rancore" del 39enne "verso diverse personalià che non l'avevano sostenuto abbastanza, a suo parere, nelle procedure amministrative", ha spiegato il procuratore di Nantes, Pierre Sennes.

Incendio nella cattedrale di Nantes, distrutto l'organo

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