Salvini: "Se si votasse oggi andrei solo" Alfano: al governo fino al referendum
Il post voto lascia trascina ancora polemiche. Salvini non si avvicina a Berlusconi. Nel Pd è aspra polemica con la sinistra. Burlando: "Sono marginali"
"Si votasse adesso, la Lega si presenterebbe da sola". Matteo Salvini lo ha detto alla "Zanzara" su Radio24, spiegando: "Alle politiche vado da solo perché sui temi importanti come l'Europa Forza Italia sta con Renzi. A Bruxelles Renzi e Berlusconi sono alleati". E alla domanda se speri di vincere senza alleati ha risposto: "Se siamo il secondo partito in Toscana, cosa inimmaginabile fino a ieri, perché non dovremmo esserlo a livello nazionale?"
Salvini torna poi sul caso Veneto e sul candidato Tosi: "Non rientrerà più nella Lega, ha detto peste e corna di Zaia, Salvini e della Lega, non ha vinto neppure nella sua città". "Tosi - aggiunge Salvini - si è alleato con Alfano, si è giocato male le sue carte. In democrazia contano i voti e lui ne ha presi pochi. Auguri". Quanto alla questione rom, cavallo di battaglia del leghista, dice ancora: "La competenza sui campi rom non è della Regione, non si può fare nulla". "Per avere delle competenze - dice Salvini - bisogna andare al governo delle città e al governo nazionale". "La ruspa - dice ancora - è uno strumento di giustizia e di equità, sistemano le strade, spianano le buche, sistemano l'asfalto. Ma per avere delle competenze bisogna andare al governo delle città e al governo nazionale".
Alfano: "Se dal centrodestra continuano gli insulti, niente alleanze". Un altro effetto del voto regionale è stato sulla politica di Ncd. "Noi siamo come vocazione persone di centrodestra, alternative al Pd, ma vogliamo rimanere al governo per completare il percorso di riforme l'anno prossimo e poi valutare". A dirlo è il ministro dell'Interno e leader Ncd Angelino Alfano, il quale spiega come "abbiamo l'obiettivo di vincere da riformatori il referendum costituzionale, poi valutiamo e decidiamo". "In questo governo - prosegue il ministro parlando a Dimartedì su La7, abbiamo realizzato tanti obiettivi di centrodestra. La mia idea è che ora finiamo le riforme, poi mancherà più di un anno al voto. Guarderemo il centrodestra, se continueranno gli insulti, se Salvinicontinuerà a dire quello che dice, prenderemo atto che non sarà possibile" l'alleanza.
Salvini, prosegue Alfano, "è un portasfiga nei nostri confronti, dopo ogni elezione dice sempre che noi non ci siamo più e invece siamo sempre qui". E sul leader della Lega spiega che "tra me e Salvini è una guerra asimmetrica. Lui fa trasparire un'antipatia personale nei miei confronti, ha una fissazione. Invece io non ce l'ho con lui sul piano personale, non mi sta antipatico. E' che difficilmente potrò andarci d'accordo sul piano dei contenuti". Anche se un minimo, vago punto di contatto c'è: ed è quello sulla questione rom. Il ministro dell'Interno sottolinea come "qualunque persona di buon senso sa che gli italiani sono stanchi di vedere gli accampamenti, una soluzione va trovata. Il grande popolo italiano non vuole ammazzare nessuno né vuole vedere morire nessuno. Non credo che le soluzioni di Salvini siano quelle giuste, ma il tema va preso in mano". E la soluzione "è che i sindaci dovranno dire loro come intendono risolvere il problema nelle loro città. Se io rileverò che ci sono ancora problemi di sicurezza e ordine pubblico dovrò ulteriormente intervenire e lo farò senza timidezza".
Civati lancia il suo partito: Possibile - "La nostra ambizione deve essere dare al Paese un governo di sinistra, laico, repubblicano e moderno e non solo una buona sinistra". Con una lettera aperta Pippo Civati lancia "Possibile", suo nuovo soggetto politico. "Il 21 giugno presenteremo questo percorso a Roma. Avremo sede a Roma, ma vi chiediamo di organizzarvi localmente. Possibile nasce dal basso - spiega -. Sarà un movimento di autonomia: il minimo di burocrazia, un'adesione leggera e partecipativa, orizzontale. Proporremo ai nostri compagni di viaggio alcuni referendum".
Burlando: a sinistra Pd spazio è marginale - "E' stata fatta una battaglia nazionale contro Renzi da parte di Cofferati e Pastorino e Civati. Si poteva fare in due modi: sconfiggere Renzi alle primarie o farlo perdere dopo. Hanno scelto il secondo e farci perdere così la regione non è cosa bella". Lo ha detto il presidente uscente della Liguria Claudio Burlando. "Loro non sono più nel Pd, vogliono costruire l'ennesimo contenitore sinistra. Ma non c'è spazio a sinistra, o è molto marginale, se giochi contro il Pd, non ha portato bene a Rifondazione a Sel e a altri".
Burlando e le accuse a Cofferati - "E' successo che Cofferati, parlamentare Pd quando gli stava bene il partito ha perso le primarie e non ha accettato il risultato dicendo cose tremende non confermate dai garanti. Se ne è andato e ha candidato Pastorino. La chiave della sconfitta in Liguria è tutta lì". Lo ha detto il presidente uscente della Liguria Claudio Burlando commentando la sconfitta della candidata Raffaella Paita. "Abbiamo regalato una regione per una ambizione, costruire una alternativa a Renzi".
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