Sono stati catturati dalla polizia i due ragazzi rom ricercati per l'incidente avvenuto a Roma in cui ha perso la vita Corazon Peres Abordo. I due, Antony e Samuele H., sono fratelli e hanno 19 anni e 17 anni. Al momento della cattura, in un campo agricolo indicato dalla loro madre, sono scoppiati a piangere. Di fronte ai pm si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. "Alla guida dell'auto c'era il minorenne", ha detto il capo mobile Silipo.
I due, che al termine dell'ìinterrogatorio in Questura sono stati portati via in due diverse auto della polizia, rischiano l'accusa di omicidio volontario.
Antony e Samuele sono apparsi alla polizia molto provati. Gli investigatori ritengono che durante la latitanza non abbiano neanche mangiato e avevano vestiti strappati e sporchi.
Ipotesi quarto uomo a bordo - Durante i cinque giorni di latitanza i due fratelli sarebbero sempre rimasti a Roma: non avevano soldi né telefonini, fanno sapere gli investigatori. Il 19enne, quando è stato bloccato nel campo agricolo in zona Massimina, aveva una ferita al ginocchio.
Proseguono intanto le indagini per accertare se nell'auto quella sera ci fosse una quarta persona e per chiarire se i giovani nomadi siano stati aiutati da qualcuno a nascondersi in questi giorni.
Per l'incidente, costato la vita alla donna filippina, è già in carcere una 17enne che deve rispondere di concorso in omicidio volontario. Da subito le indagini hanno puntato ad una coppia di ragazzi che erano in auto con la minorenne presa subito dopo lo schianto. Uno dei due è il marito della ragazzina arrestata. La coppia ha un figlio di 10 mesi.
La sorella dei rom: "La fine di un incubo" - "E' stata mia madre ad avvertire la polizia dopo aver rintracciato i figli che da 5 giorni si nascondevano in un rifugio tra i cespugli in un campo vicino ad una scuola del quartiere", ha spiegato la sorella dei due fratelli fuggitivi. "Finalmente è finito un incubo. Loro hanno sbagliato e ora è giusto che paghino. Certo, se potessimo ci piacerebbe incontrare i parenti della vittima per chiedergli scusa. Vogliamo fare le nostre condoglianze chiedendo loro perdono", ha aggiunto.
I familiari di Corazon: "Ora si faccia giustizia" - "Meno male che li hanno catturati", hanno detto i familiari della donna filippina uccisa dopo l'arresto, aggiungendo: "Ma non finisce qui. Adesso vogliamo giustizia. Il governo e il sindaco devono fare qualcosa per la sicurezza di tutti i cittadini".
Il fratello di Corazon: "Non li odio, voglio abbracciarli" - "Stamattina sono andato al campo dove vivevano i ragazzi perché li volevo abbracciare e fargli sentire che sono umano e non provo odio nei loro confronti", ha affermato il fratello di Corazon Abordo. Rientrando a casa, la stessa dove viveva la donna, il ragazzo ha spiegato di voler "parlare con la madre e la famiglia dei due giovani ma non mi hanno fatto entrare. Ringrazio Dio perché sento queste cose".
Sindaco Marino: "Campidoglio si costituirà parte civile" - "Mi congratulo con le forze dell'ordine, il Prefetto e il Questore che, lavorando giorno e notte, hanno assicurato alla giustizia i responsabili di tanto dolore, coloro che hanno strappato Corazon Abordo al marito, alle figlie e a tutta la sua famiglia, devastando le loro vite. Sono vicino ai familiari della donna". Così il sindaco di Roma Ignazio Marino. "Chi vive al di fuori della legge non può trovare spazio nella nostra città e nel nostro Paese e il Campidoglio si costituirà parte civile nel processo contro queste persone", ha poi annunciato il primo cittadino.