"Ogni koala malsano, troppo malato per sopravvivere al rilascio, subirà un'eutanasia per evitare ulteriori sofferenze". Sono bastate queste parole del governo del Victoria, unico Stato della federale Australia a non riconoscere la specie come "vulnerabile", per suscitare numerose polemiche. Nel sud del Paese, a Cape Otway, 700 esemplari malnutriti sarebbero stati uccisi negli ultimi due anni; una misura drastica giustificata dal loro boom demografico.
Il sovrappopolamento comporterebbe una minaccia anche per lo stesso habitat e i valori ecologici della zona interessata. "Potrebbe essere necessario intervenire - si legge nel sito del governo - nell'interesse del benessere degli stessi animali". Le misure prese in esame per risolvere il problema riguardano programmi di ricollocamento, controllo delle nascite e protezione degli alberi di eucalipto, dei quali si nutrono.
Durante questi interventi, i koala verrebbero catturati e riceverebbero assistenza da parte di veterinari. A questo punto alcune tra le femmine sane verrebbero sterilizzate prima di essere liberate in altre aree del Paese. Per gli esemplari malnutriti o malati, invece, arriverebbe l'abbattimento.
Secondo la Australian Koala Foundation, però, il problema non sono gli animali, ma la carenza di piante. "Il loro habitat potrebbe essere protetto e così un abbattimento non sarebbe necessario", ha detto la responsabile Deborah Tabart. Ma mentre il governo assicura che nuovi alberi saranno piantati per sostituire quelli morti, la Tabart accusa: "So che non ci stanno pensando, non stanno guardando al lungo periodo".