"La Grecia continuerà a pagare i suoi debiti". Syriza ha infatti respinto, seppur a fatica, la richiesta dell'ala estremista del partito di non rimborsare i prestiti al Fmi. Il Comitato centrale del partito ha respinto la proposta con 95 voti contro 75 e una scheda bianca e ha rigettato la richiesta di nazionalizzare le banche e di indire un referendum che darebbe agli elettori il potere di respingere ogni accordo con i creditori internazionali.
L'annuncio shock: "Non abbiamo i soldi per pagare" - Domenica Atene ha annunciato che non pagherà il suo debito con il Fondo Monetario internazionale, 1,5 miliardi di euro in scadenza al 5 giugno. "Questo denaro non sarà versato, perché non c'é", ha spiegato in tv il ministro dell'Interno Nikos Voutsis. Per il ministro delle Finanze, Yannis Varoufakis, "l'uscita della Grecia dalla moneta unica sarebbe l'inizio della fine per il progetto dell'euro. Una volta che si mette nella testa degli investitori che l'euro non è indivisibile, è solo una questione di tempo prima che tutto inizi a disfarsi".
Ministro della Salute: "Accordo fattibile, ma serve piano per uscita dalla crisi" - Circa la possibilità di trovare un accordo con i creditori, il ministro della Salute Panagiotis Kouroumplis ha sostenuto che, nonostante le riserve e le obiezioni, l'accordo alla fine dovrebbe essere approvato. Kouroumplis ha dichiarato che sarebbe disposto ad accettare anche i tagli alle pensioni se il Paese dovesse uscire dalla crisi in uno o due anni, ma ha sostenuto che finora non ha visto cambiamenti significativi che possano suggerire che le politiche di austerità hanno contribuito a questo obiettivo.
Il ministro ha inoltre sottolineato che è cruciale che l'accordo comprenda un pacchetto per la crescita, altrimenti gli sforzi per salvare la Grecia non potranno avare successo. Kouroumplis ha concluso affermando che "in Europa devono capire che chiediamo la crescita, ma non si può avere la crescita soltanto con le parole, né tanto meno possono fornirci liquidità a poco a poco".
Varoufakis: ok riforme ma stop austerity - "Siamo pronti a realizzare un'agenda che includa tutte le riforme. Ma l'austerity, più che che doppia rispetto a quella imposta ad altri Paesi, non può continuare: richiede surplus primari insostenibili". Lo scrive sul sito Project Syndicate il ministro delle Finanze della Grecia, Yanis Varoufakis, evidenziando così il principale ostacolo nelle trattative tra l'Unione europea e Atene.