"Una giornata storica per la Spagna". Così il segretario organizzativo di Podemos, Sergio Pascual, ha commentato i risultati elettorali del voto amministrativo e regionale. Il partito "post-indignados" ha infatti conquistato Barcellona, con la candidata sindaco Ada Colau, ed è testa a testa a Madrid con il Partito popolare.
"Vittoria di Davide contro Golia" - "E' stata una rivoluzione democratica", ha detto il neo sindaco Ada Colau, che ha conquistato Barcellona con il 25,20% dei voti, raggiungendo quota 11 seggi contro il 22,7% dei voti e i 10 seggi del nazionalista catalano Xavier Trias. Ai suoi simpatizzati esultanti, la Colau ha detto che è stata la "vittoria di Davide contro Golia".
Iglesias: "A novembre la sfida per andare al governo" - Il terremoto annunciato per la politica spagnola alla fine si è quindi verificato alle amministrative e regionali, che hanno visto i post-indignados di Podemos imporre ai due grandi partiti tradizionali Pp e Psoe un drastico ridimensionamento.
Nella notte, mentre migliaia di giovani sostenitori di Podemos ballavano e cantavano a Barcellona e Madrid, il leader dei post-indignados Pablo Iglesias ha avvertito che il "processo del cambiamento è ora irreversibile" e ha annunciato che sfiderà il premier Mariano Rajoy per la guida del governo alle politiche di novembre.
Il netto ridimensionamento del Partido Popular di Rajoy - Il Partido Popular ha pagato duramente il prezzo della gestione lacrime e sangue della crisi negli ultimi anni, e anche della corruzione endemica che imperversa da anni nella politica spagnola. Rimane il primo partito del Paese, con il 27%, davanti al Psoe al 25%, e arriva primo in 11 delle 13 regioni in cui si votava. Ma i popolari rispetto al 2011, quando avevano oltre il 40%, hanno perso 2,6 milioni di voti e tutte le maggioranze assolute che avevano nelle grandi città e nelle regioni.
La conquista di Barcellona e il testa a testa a Madrid - Se a Barcellona ha trionfato la candidata di Podemos Ada Colau, a Madrid la situazione è in bilico. Dopo lo spoglio del 98% la candidata del Pp Esperanza Aguirre arriva prima con 21 seggi davanti alla rivale di Podemos Manuela Carmena, 20 seggi. Il Psoe crolla a 9 seggi, subisce l'umiliante sorpasso dei post-indignados, mentre Ciudanos, l'altro partito alternativo di "mani pulite" guidato da Albert Rivera, è a 7 seggi. Non è escluso che alla fine un'alleanza fra Podemos e Psoe consenta a Carmena di diventare comunque il nuovo sindaco.
Sarebbe un "disastro" per il Pp e per Rajoy, avvertono diversi analisti, in vista delle politiche. La capitale è la roccaforte dei popolari da 20 anni. Il Pp, per il gioco della coalizioni, rischia anche di perdere Valencia e Saragozza, dove Podemos e Ciudadanos hanno vampirizzato l'elettorato dei due grandi partiti tradizionali.
Iglesias: "Fine del bipartitismo" - Il risultato delle elezioni "segna l'inizio della fine del bipartitismo", che ha guidato il Paese dalla fine del franchismo, ha detto il leader di Podemos Pablo Iglesias, rilevando che Pp e Psoe "hanno registrato uno dei peggiori risultati della loro storia". Per i socialisti è stato il peggiore in assoluto nelle elezioni amministrative dalla fine della dittatura.
Crolla anche il partito tradizionale della sinistra, Izquierda Unida, mentre per i nazionalisti catalani di Ciu, pure impantanati in scandali di corruzione, è una Waterloo la perdita di Barcellona, che avrebbe dovuto essere il caposaldo del processo di indipendenza della Catalogna.