"E' opprimente non poter cancellare quanto accaduto e non poter restituire a Lucia la sua vita". E' uno dei passaggi della lettera con cui Vittorio Ciccolini, l'avvocato di 47 anni accusato di aver ucciso, il 9 agosto del 2013 a Pinzolo (Trento), la sua ex fidanzata Lucia Bellucci, chiede scusa ai genitori della donna. La madre Pia risponde: "Io non ti odio per il rispetto che devo al ricordo di mia figlia. Lei ti aveva tanto amato. Però mi fai pena".
"Ho troppo a lungo rinviato questo scritto, convinto che avrei saputo trovare modi e forma di un tormentoso dialogo ancora oggi impossibile per l'irreparabile violenza", scrive l'uomo, in carcere a Trento dopo la condanna a 30 anni di reclusione in primo grado per aver ucciso a coltellate la 31enne, originaria di Pergola, in provincia di Pesaro-Urbino.
"I miei giorni sono necessariamente segnati ma ancor più ed incompevolmente i vostri, le cui angosce non posso, come dovrei, portare, avendole generate.
"Con profonda vergogna" - All'inizio della missiva Ciccolini, non nuovo all'invio di lettere, si rivolge ai coniugi Bellucci con la formale formula "Stimati signori". Decide invece di chiudere il documento, interamente scritto a mano, così: "Con profonda vergogna, Vittorio Ciccolini".
"Rinuncia a difenderti" - Lo scritto non convince del tutto i destinatari. "Ci puoi spedire anche tremila lettere, ma non credere mai che le tue parole valgano come pentimento profondo - continua Pia -. Se fossi davvero pentito rinunceresti a difenderti". Per la donna, la lettera è finalizzata non a chiedere perdono bensì a ottenere uno sconto di pena nel processo di Appello che inizierà il 15 giugno.