MANDATO DI CATTURA INTERNAZIONALE

"Rapirono una bambina in Brasile": i CC arrestano una coppia a Vicenza

La bimba sarebbe la figlia dei due, che l'avrebbero dovuta abbandonare quando era in fasce e sarebbero tornati a riprenderla 8 anni dopo. Ma la vicenda è piena di passaggi ancora oscuri

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I carabinieri di Vicenza hanno arrestato, su mandato di cattura internazionale emesso dal Brasile, un vicentino e la sua compagna dominicana per il rapimento della figlia di lei, che era stata data in affidamento. La coppia avrebbe organizzato nell'aprile del 2013 il prelevamento della piccola dalla casa della madre affidataria a Cuiabà, assoldando due malavitosi locali. L'accusa è di sottrazione di minore, rapimento e sequestro di persona.

La coppia, l'imprenditore 45enne Paolo Ceccato, e la moglie, la 38enne dominicana Isabel Elida Felis, erano già finiti nell'occhio del ciclone a gennaio, quando per la prima volta era emersa la vicenda. Che è ancora adesso molto oscura, con aspetti che rasentano l'intrigo internazionale.

Secondo il Giornale di Vicenza, che si è occupato a lungo del caso, infatti, secondo le autorità brasiliane la piccola era stata abbandonata all'età di tre mesi nel Mato Grosso dai genitori naturali, che avevano dovuto fuggire dal Paese per una non meglio precisate ragioni (ma c'è anche chi parla di un arresto per droga con successiva detenzione in carcere).

Otto anni dopo, però, i due si sarebbero rifatti vivi rapendo la piccola a casa di una famiglia del posto, che nel frattempo aveva adottato la bambina.

Non aiuta a districare l'intricata vicenda nemmeno il fatto che a organizzare il rapimento sarebbe stata una coppia dominicana: se la moglie di Ceccato infatti è originaria di Santo Domingo, lui è decisamente italiano. Ma qui, secondo gli inquirenti, sta il trucco: perché in Brasile, a quanto pare, Ceccato si faceva chiamare Pablo Milano Escarfulleri.

In attesa che anche le aurorità italiane, dopo l'arresto dei due, facciano chiarezza su un'ingarbugliatissima vicenda, il legale della coppia, Paolo Salandin, parla di "storia inverosimile", e sottolinea come "non c'erano esigenze cautelari".