A causa di diete ricche di proteine fegato e reni possono risultare affaticati, medicinali e un'alimentazione scorretta appesantiscono ulteriormente il lavoro a carico di questi organi emuntori. Per questo, seguire un regime alimentare in grado di ridurre la loro attività non è utile solo in caso di patologie, ma è una strategia fondamentale quando desideriamo disintossicare l'organismo ritrovando vitalità e leggerezza. La parola d'ordine non è eliminare, bensì ridurre, per vivere meglio e riscoprire i reali bisogni del corpo.
I NEMICI DEL FEGATO - Negli ultimi cinquant'anni la dieta alimentare quotidiana è cambiata in modo radicale: abbiamo più cibo e, soprattutto, alimenti che prima costituivano un'eccezione oggi sono diventati una regola. Lo zucchero bianco per esempio è contenuto in moltissimi alimenti, dai dolci alla conserva di pomodoro. Questa sostanza, che costringe il fegato a un super lavoro, così come le farine raffinate (pasta e pane bianco), la margarina e i grassi animali è consumata in quantità eccessiva e perciò costituisce un vero e proprio attentato al corretto funzionamento degli organi emuntori.
ATTENZIONE AI RENI - Secondo le stime delineate dalla Società Italiana di Nefrologia, un italiano su dieci soffre di malattie croniche renali di cui spesso non è a conoscenza. Fegato e reni costituiscono i filtri dell'organismo, tuttavia la loro funzione, che libera il corpo delle scorie in eccesso, può essere ostacolata da una dieta sbagliata prolungata a lungo nel tempo. Le sostanze da limitare? Proteine, fosforo e sodio.
RIDURRE FOSFORO E SODIO - Per limitare l'apporto di fosforo è necessario ridurre legumi secchi e frutta secca, lievito di birra, gamberi, tuorlo d'uova, cioccolato, farina e salumi ricchi di sale. Possono essere consumati in quantità moderata formaggi freschi, latte, yogurt, oltre a legumi freschi e pesce. Via libera, invece, a frutta e verdure fresche, miele e olio. Per ridurre il sale utilizzato in cucina è possibile sostituirlo con erbe aromatiche e spezie o con un pizzico di peperoncino. È inoltre utile eliminare gli alimenti in scatola e privilegiare la preparazione del dado a casa anziché acquistare i prodotti in commercio, ricchi di sodio.
BENEFICI - I risultati degli studi scientifici evidenziano che seguire una dieta aproteica è in grado di ritardare l'insufficienza renale cronica e ridurre del 50% il rischio di morte renale prolungando la funzionalità dei reni fino al 41%. Grazie a un ridotto apporto di proteine è inoltre possibile ridurre il carico di lavoro dei nefroni. Va ricordato infine che le proteine nobili, formate da aminoacidi essenziali, non si trovano esclusivamente nella carne, ma anche in numerosi alimenti del mondo vegetale, fra cui semi oleosi, cereali, legumi e soia, oltre che in uova e pesce.
PIÙ QUALITÀ - Secondo le statistiche nella dieta occidentale si consumano quantità eccessive di proteine derivanti soprattutto da cibi di origine animale, ricchi di acidi grassi saturi, di cui un tempo ci si nutriva saltuariamente solo in occasione di festività o giorni speciali. Nel mondo attuale gli allevamenti intensivi che mirano alla quantità creano inoltre prodotti di qualità più bassa, ricchi di pesticidi e ormoni: per questo è fondamentale essere attenti alla provenienza degli alimenti che scegliamo di portare in tavola. Consumare meno spendendo un po' di più per un prodotto di maggior qualità preserva la nostra salute e aiuta i bambini a crescere più forti, riducendo le probabilità di contrarre malattie degenerative, oggi in pericoloso aumento.
LA REGOLA D'ORO - La dose giornaliera raccomandata di proteine (RDA, Recommended Dietary Allowance) per un adulto medio sedentario è di 0,8 grammi per chilogrammo di peso corporeo, sufficiente in media per il 95% della popolazione. Non si tratta di eliminare, bensì di ridurre: la moderazione è il valore guida che possiamo recuperare per un approccio al cibo più felice e attento ai reali bisogni del corpo umano.