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Istat: "Irregolare un occupato su dieci Ai migranti lavori che italiani evitano"

La disoccupazione diventa una "trappola": per uscirne bisogna attendere in media due anni. Impiegati sempre meno giovani. In aumento le famiglie mantenute da donne. Fuga di cervelli raddoppiata

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In Italia più di un lavoratore su 10 è irregolare: a rilevarlo è l'Istat, che nel rapporto annuale spiega come il tasso (calcolato con una nuova metodologia) si aggiri intorno al 12,6% per il 2012. La quota di famiglie in cui la donna è l'unica ad essere occupata "continua ad aumentare": nel 2014 la percentuale ha raggiunto il 12,9%, pari a 2 milioni 428 mila famiglie. "Il migrante è una risorsa, lavora dove l'italiano non vuole", sottolinea l'Istat.

Sempre più difficile uscire dalla trappola della disoccupazione - L'istituto di statistica sottolinea poi come la crisi abbia trasformato la disoccupazione in una "trappola" da cui è difficile uscire: in Italia, dati aggiornati al 2014, chi è "alla ricerca di un'occupazione lo è in media da 24,6 mesi", cioè da oltre due anni, e "da 34 mesi se ricerca il primo impiego".

Cala disagio, ma resta grave per una famiglia su 10 - Oltre una famiglia su dieci si trova in grave disagio, nell'impossibilità di sostenere spese per determinati beni o servizi. L'Istat registra quindi un calo dell'indicatore di grave deprivazione materiale all'11,4% nel 2014 dal 12,4% del 2013. Il disagio colpisce soprattutto i genitori soli, le famiglie numerose o con disoccupati.

+320mila lavoratori over 55, -148mila under 35 - L'occupazione, rileva ancora l'Istat, è tornata a crescere nel 2014 per i lavoratori "più anziani", con 320mila occupati in più over 55 (in aumento dell'8,9%) mentre continua a calare per i più giovani che vedono una contrazione di 46 mila posti (-4,7%) per gli under 25 e di 148mila posti per gli under 35 (-2,9%).

Mancano 3,5 mln occupati per stare in media Ue - In Italia il tasso di occupazione si ferma al 55,7%, "valore molto lontano dalla media del continente", tanto che raggiungere un tasso "pari a quello medio degli altri paesi dell'Ue significherebbe per il nostro Paese un incremento di circa tre milioni e mezzo di occupati".

Per mezzo mln di precari stesso lavoro da oltre 5 anni - Oltre mezzo milione di precari, l'Istat li definisce "atipici", svolge lo stesso lavoro da almeno cinque anni. Nel 2014 sono circa 524mila persone in questa condizione di stallo, tra contratti a tempo determinato e collaborazioni.

Migrante è una risorsa, lavora dove l'italiano non vuole - In Italia sono residenti 4,8 milioni di stranieri che "rappresentano sicuramente una risorsa per un Paese come il nostro, caratterizzato da invecchiamento e bassa fecondità". A dirlo è il presidente dell'Istat, Giorgio Alleva, sottolineando che i migranti sono "disposti a svolgere lavori per i quali l'offerta dei cittadini italiani è scarsa".

Il 2015 si è aperto con segnali positivi - "Per il 2015, gli indicatori delineano prospettive positive in Italia e nel complesso dell'Unione economica e monetaria" si legge nella sintesi del Rapporto annuale 2015. "In Italia - continua - il 2015 si è aperto con una serie di indicazioni positive", dalla produzione all'export.

Senza Qe Pil più basso di 0,7 punti in 2016 - Grazie a una simulazione dell'Istat, emerge che senza la manovra espansiva della Bce, il Quantitative easing, il Pil per l'Unione monetaria e per l'Italia risulterebbe inferiore, rispetto a uno scenario base (relativo al quadro di previsioni fatto a marzo 2015), di un decimo di punto nel 2015 (-0,1) e di sette decimi nel 2016 (-0,7).

Sud assente da policy, rischio per crescita - "Il Mezzogiorno - afferma il presidente dell'Istat - è da molti anni assente dalle priorità di policy. La dimensione del problema è tale che, se non si recupera il Mezzogiorno alla dimensioni di crescita e di sviluppo su cui si sta avviando il resto del Paese, sviluppo e crescita non potranno che essere penalizzati rispetto agli altri Paesi".

Sempre più alto livello d'istruzione degli italiani - Nel rapporto Istat emerge poi che continua a innalzarsi il livello di istruzione della popolazione italiana. Nel 2014, i residenti di 15 anni e più con qualifica o diploma di istruzione secondaria superiore sono il 35,6%, quelli con un titolo universitario sono il 12,7% (tra le donne il 13,5%).

Fuga di cervelli raddoppiata negli ultimi anni - La fuga di cervelli, l'Istat usa la formula "mobilità intellettuale", rappresenta un fenomeno in crescita. "Tre mila dottori di ricerca del 2008 e 2010 (il 12,9%) vivono abitualmente all'estero". "La mobilità verso l'estero è superiore di quasi sei punti a quella della precedente indagine (7% dei dottori di ricerca delle coorti 2004 e 2006)". Guardando alle specializzazioni, la spinta ad andare fuori confine risulta più forte per fisici, matematici e informatici.