La personalità di Alexander Boettcher ha tratti di "sadismo", ossessività e tendenza al controllo e al potere, mentre Martina Levato ha atteggiamenti "borderline" e cercava una via di "riscatto" sociale. Sono questi alcuni passaggi della perizia psichiatrica sulla cosiddetta "coppia diabolica" nel processo per l'aggressione con l'acido ai danni di Pietro Barbini, colpito a dicembre a Milano.
Secondo i periti, incaricati dai giudici, Alex e Martina Levato erano pienamente capaci di intendere e di volere nel corso dell'aggressione. Inoltre, la coppia si compensava ed era unita nel progettare piani criminali.
Nelle conclusioni della perizia, circa 60 pagine di pagine firmate dagli psichiatri Erica Francesca Poli e Marina Carla Verga, viene quindi esclusa qualsiasi forma di incapacità, anche parziale, con riferimento all'aggressione a Barbini del 28 dicembre scorso. Per i periti la coppia ha anche la capacità processuale di seguire le fasi del giudizio.
Stando alla relazione, sia Alexander che Martina hanno tratti "manipolativi" ed "egocentrici" e nessuno dei due avrebbe avuto un ruolo dominante sull'altro, ma la coppia si sarebbe integrata in modo simmetrico e armonico nell'ambito dei propositi criminali. All'interno della coppia, stando ai periti, ognuno dei due avrebbe agito assecondando le proprie caratteristiche. Da una parte c'era Boettcher, con i suoi tratti di "sadismo". Dall'altra la bocconiana, in cerca di riscatto sociale, sessualità libera e forte e un ambiente di successo. Proprio lei, secondo gli psichiatri, si sarebbe accollata il compito di agire e, quindi, di lanciare l'acido contro Barbini. Mentre Alex avrebbe avuto il ruolo di organizzatore dei progetti criminali.
Nella prossima udienza, fissata per il 26 maggio, la perizia verrà illustrata in aula. Poi il pm Marcello Musso prenderà la parola per la requisitoria.