Si intitola semplicemente "Conchita" l'album di debutto di Conchita Wurst, la drag queen austriaca che si è rivelata al mondo vincendo lo scorso Eurovision Contest. Contiene 14 brani dai testi autobiografici e impegnati sul fronte dei diritti civili, con un continuo incitamento a lottare. "Io un simbolo? - dice lei a Tgcom24 -. Molti mi vedono così ma sono solo una cantante che canta ciò in cui crede".
La donna con la barba. Per molti Conchita Wurst è questo. In realtà l'alter ego di Tom Neuwirth è invece molto di più. Una donna di spettacolo che ha molto da dire e raccontare, a partire dalla propria esperienza personale. Al punto da pubblicare un'autobiografia, "Io Conchita" (Mondadori/Electa) uscita pochi giorni fa, che con l'album fa da complemento, presentando tutti i temi per cui Conchita si batte, ovvero quelli dell'uguaglianza, della discriminazione sessuale e della libertà di poter essere se stessi. Un'artista capace di raccogliere con il video di "Heroes" più di 2 milioni di visualizzazioni. Che vanno molto oltre una semplice barba...
Cosa rappresenta per te questo album?
Era un obiettivo che ho inseguito per tanti anni. Questo è il mio primo vero album solista e lo considero un momento molto importante per me per mostrare ai miei fan quello che sono e il mio universo musicale.
Per molti sei diventata un simbolo. Ti senti così o ti vedi solo come un'artista?
Mi vedo come una cantante, come un'artista, non mi vedo come un modello o un simbolo di qualcosa. Ho sempre pensato che i modelli o le icone hanno bisogno di un impegno per essere tali. Per essere me stessa non c'è nessun tipo di impegno, sto semplicemente rappresentando me stessa e faccio ciò che reputo giusto. Non posso vedermi con un'etichetta così importante. Sono solo una drag queen.
Dopo aver vinto l'Eurofestival la tua vita è cambiata radicalmente. Come sono stati questi mesi per te?
Sto vivendo il mio sogno. Ora ho la possibilità di fare tutte queste cose e ho queste opportunità fantastiche e che non do per scontate. Ho lavorato duro per meritarmele e continuo a farlo perché tutto questo non finisca e, anzi, diventi ancora più grande. La vittoria all'Eurovision Contest è stata sicuramente la cosa più grande della mia carriera fino ad ora, ma non voglio certo che sia l'ultima.
La tua adolescenza è stata difficile. Vivi questo momento come una rivincita?
No, non credo nelle rivincite. Non fa parte del mio modo di pensare. Credo che essere un teenager sia un momento della vita difficile per chiunque, non dipende dal tuo orientamento sessuale. La gente viene sottoposta a bullismo perché indossa occhiali o ha i capelli rossi. Io ci sono passata e credo che molte cose accadano per una ragione ma non provo amarezza. Non è che oggi faccio quello che faccio perché penso a quei giorni e voglio una rivincita. Oggi penso solo a divertirmi e a fare quello che voglio, e ad avere una vita meravigliosa. Può sembrare egoista ma è così.
Ricordi la prima volta che hai pensato che lasciar crescere la barba poteva essere una buona idea?
A dire il vero è semplicemente successo, non è stato qualcosa di pianificato. Ho iniziato a fare la drag a 14 anni e lì il problema non si poneva proprio, perché di barba non ne avevo. Ho provato ogni tipo di look e nel 2011, una sera volevo provare alcuni cambi di trucco e stile ma non mi ero rasato. Ho guardato nello specchio e mi sono detto “wow, questo è davvero bello!”. E non ho lasciato passare la cosa, l'ho catturata.
Nessuno ha provato a farti cambiare idea?
Non proprio. Qualcuno mi ha detto che non era convinto, che non gli sembrava il caso. Ma non c'è stata occasione in cui l'opinione di qualcuno mi sia interessata di meno. Mi sentivo favolosa, era l'unica cosa che contava.
Sei una persona determinata, disposta a portare avanti le proprio idee a ogni costo?
Mi piace ascoltare i consigli della gente, sono sempre disposta a confrontarmi. Ma una volta che ho maturato un'idea, che sia il concept per un video o come dovrebbe suonare una canzone, vado dritta. Ascolto le altre persone soprattutto quando hanno una professionalità maggiore della mia, non mi sognerei mai di dire a un cameraman come riprendermi. Ma se ho un'idea faccio di tutto per tirar fuori il massimo da essa.
Perché pensi che la tua barba faccia così paura a tante persone?
So benissimo che una donna barbuta non è una cosa comune, non la vedi ogni giorno camminando per strada. Quindi sono consapevole che la gente parla di questa cosa, ne discute. Ma credo che proprio per questo sia una buona cosa. Il punto non è tanto che debbano parlare di me in quanto tale ma del fatto che là fuori ci sono tante sfumature, non c'è solo il bianco e il nero. Una volta che la società avrà accolto l'idea che siamo pronti ad accettare tutto, avremo raggiunto il nostro obiettivo.
Com'è il rapporto tra Tom e Conchita?
Tom è quello che c'è dietro le quinte. E' la vita privata al 100%, ma anche gli appuntamenti di lavoro quando non c'è una telecamera pronta a riprendere. Ovviamente quando ho registrato il mio album non andavo in studio in tacchi alti e vestiti di alta moda. Nelle interviste, sul palco, di fronte al pubblico, sono Conchita. Può essere difficile trovare un equilibrio: quando sono Tom troppo a lungo mi manca l'essere Conchita e viceversa. Ma alla fine ho abbastanza di tutti e due quindi il mio equilibrio l'ho trovato.
La tua canzone più celebre è “Ride Like A Phoenix”. Ti senti come una fenice?
In un certo senso mi ci sento un po' ogni giorno. Perché mi metto continuamente alla prova e ogni giorno ti offre la possibilità di imparare qualcosa di nuovo dalla vita. Sono sicura di non essere mai la stessa persona che ero il giorno prima. Provo a essere ispirata nel reinvertarmi giorno dopo giorno in modo che a un bel momento potrò raggiungere la massima espressione di quello che sono.
Hai raccontato che dopo la vittoria all'Eurovision hai ricevuto un biglietto di congratulazioni da Elton John e il suo compagno. Cosa pensi della polemica con Dolce e Gabbana?
Credo che ognuno dovrebbe avere rispetto delle opinioni altrui ma mai permettersi di giudicare. Se quella è la tua decisione, benissimo. Ma non giudicarmi se io faccio in un altro modo. E soprattutto bisogna sempre pensare prima di parlare.