I fan di "Distretto di polizia" l'hanno vista praticamente nascere. Maura Ardenzi, figlia del commissario Ardenzi interpretato da Giorgio Tirabassi, ora è cresciuta e in "Squadra mobile" ha il volto di Laura Adriani. "E' stato strano, come entrare in un personaggio che conosci da sempre, uno di famiglia - dice lei a Tgcom24 -. E forse non è un caso se io e lei abbiamo tante cose in comune".
Rivelatasi come cantante, poi passata alla fiction e quindi al cinema. Per Laura Adriani eclettismo è una parola d'ordine. Un'attitudine quasi spontanea per un'atttrice che mette la professionalità e il perfezionismo al primo posto. Quest'anno l'abbiamo vista prima nella fiction "Solo per amore" mentre tra qualche mese sarà tra le protagoniste di "Questi giorni", nuovo film di Giuseppe Piccioni. Nel frattempo eccola come Maura Ardenzi. Un personaggio che il pubblico ha visto crescere e che ora ha le fattezze di una ragazza matura alle prese con un rapporto difficile con il padre e con i dolori che la vita le ha lasciato.
Com'è Maura?
Ha un suo sviluppo psicologico. Nelle prime puntate è incazzata con il mondo, soffre ancora molto per la perdita della madre, ma nel corso della serie troverà un suo equilibrio. Comunque mi è piaciuto molto interpretarla anche perché abbiamo diverse cose in comune.
Tipo?
Intanto il rapporto con il padre. Anche il mio è sempre stato molto conflittuale, con grandi arrabbiature. In particolar modo nell'adolescenza, ora si è un po' assestato. Poi studiamo entrambe psicologia. E infine ci unisce il carattere: Maura all'apparenza è una ragazza forte ed emancipata, ma in realtà fragile, che ha bisogno di amore.
Tu seguivi "Distretto di polizia"?
Sì, ero una fan. E proprio per questo è stato stranissimo calarmi nei panni di Maura. Perché era un personaggio che tutti conoscevano prima ancora che uscisse la fiction, a partire da me che la seguivo quando era in fasce. Alla fine è stato come interpretare una persona di famiglia, che era nella mia vita da anni.
Come è stato l'arrivo sul set?
Il primo giorno è sempre molto difficile, anche per come si lavora in Italia: non c'è una preparazione o delle prove prima, arrivi e ti butti nel personaggio e nella storia alla cieca. Poi si lavora sempre con due unità e spesso i registi hanno anche idee diverse. Però tempo qualche giorno e ci si ritrova. Tanto più che quando lavori con un attore come Giorgio Tirabassi diventa tutto più facile: è un grande professionista e ci tiene molto che la scena che stai girando venga al meglio possibile. E' sempre prodigo di consigli.
Entrare nel personaggio a freddo influisce sulla recitazione? E questa cosa si nota nel prodotto finito?
Si vede nettamente questa differenza e questo scava l'abisso tra la nostra realtà e le serie americane. Il problema è che se vedi un prodotto come "True Detective", con attori da Oscar e una regia di stampo cinematografico, poi diventa difficile tornare indietro. Io non guardo la tv italiana, non per una questione di snobismo ma per cercare di apprendere da chi è più avanti di noi. Il nostro obiettivo è migliorarci.
Sei molto critica con te stessa?
Quando mi rivedo sono ipercritica, anche se con il tempo ho imparato a essere un po' più indulgente. A me piace fare le cose molto bene, sono pignola e perfezionista, quindi noto errori e mancanze non solo nella recitazione. Però devo dire che se alla fine una cosa mi piace è perché è davvero bella!
Che progetti hai per il futuro?
Sto lavorando con Giuseppe Piccioni al film "Questi giorni". E' un film che ha avuto una storia un po' travagliata ma adesso sembra proprio che ci siamo. Lui è uno che vuole farti arrivare sul set già nella parte e fa moltissime prove prima e lavorare con lui è un'esperienza speciale.