"Fratelli d'Italia": è partito con l'inno di Mameli il primo raduno nazionale di sinti e rom, organizzato a Bologna. Un messaggio chiaro quello lanciato dalle oltre cinquecento persone scese nelle strade della città per manifestare. "Non siamo extracomunitari, subiamo un razzismo ingiusto", spiegano gli organizzatori. Poco distante, però, si trovavano i banchetti di Forza Italia, Fratelli d'Italia e Forza Nuova, contrari al corteo.
Tra la folla cartelli con articoli della Costituzione, striscioni per reclamare diritti, chitarre e trombe. "Siamo nati in questo Paese, abbiamo fatto i militari e non siamo trattati come gli altri", si lamentano i partecipanti. Il corteo, partito dalla periferia, è arrivato in pieno centro città, a piazza XX Settembre, accompagnato da un grande dispiegamento di forze dell'ordine per evitare il contatto con i contestatori.
Accanto ai rappresentanti delle comunità rom e sinti sono sfilati alcuni centri sociali e collettivi bolognesi, che hanno ribadito il loro no a forme di razzismo. Presenti anche i senatori Pd Luigi Manconi e Sergio Lo Giudice, alcuni consiglieri comunali di Sel e l'attore teatrale Alessandro Bergonzoni.
La scelta di Bologna e della data di oggi non sono casuali: nel capoluogo emiliano si insediò infatti la prima comunità sinta in Italia, mentre il 16 maggio è il giorno dell'eccidio nazista nel campo di Birkenau di un gruppo di rom e sinti che si ribellarono ai carcerieri.
Davide Casadio, organizzatore della marcia, ha annunciato l'idea di trasformare Bologna nella capitale italiana dei sinti, dove promuovere un raduno annuale. "Una bella idea per l'integrazione", ha commentato il senatore Manconi. Dal raduno di Fratelli d'Italia, però, Giorgia Meloni non ci sta: "Se i rom, per come sono trattati dalle nostre istituzioni, manifestano, cosa dovrebbero fare i cittadini italiani di cui nessuno si occupa?".