La rilevazione è di Legambiente: nell'arco di un decennio, in Italia, il numero dei comuni in cui è installato almeno un impianto da fonti rinnovabili è passato da 356 a 8.047. Detto altrimenti, in ogni comune italiano è presente una fonte d'energia pulita. Una buona notizia per l'ambiente e (potenzialmente) anche per l'occupazione.
Secondo uno studio realizzato da Legambiente, condotto con la collaborazione del Gruppo Asja e del Gestore servizi energetici (Gse), il nostro è il primo Paese al mondo per incidenza del solare rispetto ai consumi elettrici: oltre l'11% ad aprile 2015. Complessivamente nel 2014 le rinnovabili hanno contribuito a soddisfare il 38,2% dei consumi elettrici complessivi (nel 2005 eravamo al 15,4%) e il 16% dei consumi energetici finali (contro il 5,3% del 2005).
Qualche nota negativa non manca, purtroppo: i ritmi di crescita delle installazioni, ad esempio, sono inferiori rispetto al passato per tutte le tipologie di energia (fotovoltaica, eolica...). Eppure favorirne un'ulteriore diffusione sarebbe quantomai opportuno.
Lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili – osservava l'Istat nel suo rapporto I Consumi energetici delle famiglie, diffuso nel dicembre scorso – rappresenta un obiettivo di importanza primaria delle politiche energetiche e ambientali nazionali ed europee, in special modo della Strategia europea per la promozione di un crescita economica sostenibile" e, come osservato da Legambiente, anche per la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore energetico.
Nel 2013 gli occupati – direttamente e indirettamente – a livello mondiale erano 6,5 milioni, secondo uno studio dell'Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (Irena). In crescita rispetto all'anno precedente, dunque: nel 2012, infatti, erano 5,7 milioni circa. Complessivamente in Europa i lavoratori erano 1,2 milioni, la maggior parte dei quali impiegati in Germania (371 mila occupati) e Spagna (116 mila).
Come vanno le cose in Italia? Potrebbero andare meglio, suggeriscono alcuni studi. Nel corso della sua rilevazione, ad esempio, l'Irena non ha preso in considerazione il nostro Paese. Dove, stando alle stime del Gse, gli occupati erano circa 190 mila nel 2012. Ma che, secondo uno studio del Consiglio nazionale degli ingegneri in Italia, potrebbero – grazie a politiche di sostegno al settore – crescere, fino a toccare i 250 mila addetti entro il 2020.