A distanza di quattro anni, un giornalista getta più di un'ombra sull'operazione che portò alla morte di Osama Bin Laden in Pakistan. A mettere in dubbio la versione ufficiale della Casa Bianca (Osama scoperto seguendo un corriere, operazione unilaterale Usa e corpo in mare) ci pensa Seymour Hersh, vincitore del Pulitzer (il più importante premio giornalistico al mondo) nel 1970.
In un articolo su London Review of Books, il giornalista smentisce Barack Obama su tutta la linea. Secondo la sua fonte anonima, gli Stati Uniti fecero scattare l'operazione ad Abbottabad con il benestare del Pakistan, un via libera profumatamente pagato da Washington con 25 milioni di dollari. Islamabad sapeva benissimo dove si nascondeva il leader di Al Qaeda visto che i servizi segreti pachistani lo tenevano prigioniero in quel compound dal 2006. Quindi niente intervento a sorpresa e niente operazione unilaterale.
Come se non bastasse, Hersh spiega oggi che il cadavere di Bin Laden è vero che non venne sepolto per non alimentarne il culto ma non fu buttato in mare secondo i dettami islamici. Il corpo non vide mai il mare perché fu fatto a pezzi, chiuso in sacchi di plastica e sparso tra le montagne dall'elicottero in volo verso Jalalabad.
La Casa Bianca smentisce l'intero articolo bollando la ricostruzione come "priva di fondamenta”, mettendo in dubbio l'esistenza e la bontà della fonte. Hersh infatti non è nuovo a scrivere di fonti che poi rimangono anonime per sempre.
Certo che se Barack Obama, premio Nobel per la Pace 2009, avesse veramente raccontato una versione ad hoc dell'accaduto….