Lo Stato tira la cinghia e, di conseguenza, gli enti locali tartassano i cittadini. Il primo effetto della spending review è l'aumento delle aliquote regionali e comunali. Più 3,1% le prime, +6,9% le seconde nel 2014 per un gettito nelle casse locali di 15 miliardi di euro. E il rischio di un ulteriore aumento è reale, stando a uno studio della Uil: il 20% dei 170 Comuni che rivedrà le aliquote, le ritoccherà al rialzo.
Colpa in parte della crisi, in parte della spending review applicata alla legge di stabilità: taglio di tre miliardi e mezzo di euro alle regioni che hanno la possibilità di aumentare le aliquote fino al tetto massimo del 3,33%. Così faranno Piemonte e Lazio, mentre si manterranno sotto al tetto massimo Liguria, Abruzzo e Lombardia.
Solo Calabria e Molise ridurranno la pressione fiscale. Mentre dei 170 Comuni che hanno già deciso di rivedere le aliquote, il 20% le aumenterà, come riporta uno studio della Uil.