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Lo Sport silenzioso azzurro compie 90 anni

Oltre il suono delle parole: storia delle discipline praticate dagli atleti non-udenti

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Non sentono le grida di incitamento che accompagnano le loro gare, le urla di gioia dei tifosi sui campi di calcio ad ogni gol segnato. Non importa. La mente è concentrata , corrono veloci le gambe sulle piste d'atletica, conteggiati in silenzio i secondi che separano dal traguardo , dentro il petto l'unica sequenza ritmica avvertita, quella dei battiti . Dove vive il cuore e dove altro suono non arriva. E' lo sport come lo pratica un non-udente, nel momento dell'esibizione, della gara.

Lo Sport silenzioso azzurro compie 90 anni

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Alla fine è un'altra cosa. Gli abbracci si sentono eccome, sono quelli che ripagano degli sforzi in un totale isolamento acustico, degli allenamenti senza rumori, dei consigli e delle spiegazioni tecniche che l'allenatore comunque riesce a trasmettere. Oltre il suono delle parole.

Parigi 1924, è la data ufficiale dei Giochi Mondiali Silenziosi ma sono 90 anni che gli atleti italiani non udenti gareggiano, da quel 10 maggio 1925 quando, in via Benedetto Marcello a Milano, un gruppo di sordomuti decise di fondare una propria società. Fu facile trovare il nome, che fu considerato anche un manifesto programmatico…" La Silenziosa" . Poco dopo nacque il club sportivo Assarotti di Genova.

Quattro anni più tardi fu costituito un organismo nazionale nazionale, il Comitato Sportivo Sordomuti Italiani , il primo presidente e fondatore, Emilio Piacenza.

Non era facile allora, tra le due guerre, come adesso, ai tempi dei confini abbattuti da internet, esibire la propria disabilità. Misurarsi poi addirittura nello sport, nell'epoca degli agoni sportivi a cui gli italiani erano chiamati per far grande la patria, anche con le vittorie e le medaglie, poteva sembrare addirittura rivoluzionario. Un cammino non sempre facile da percorrere per dirigenti ed atleti, combattuti tra vicissitudini saltuarie, tra partecipazioni olimpiche e riconoscimenti che stentavano a decollare, come federazione sportiva.


Dal dal 2006 la FSSI è una realtà forte, dinamica, parte del Comitato Italiano Paralimpico (CIP). Novant'anni di appartenenza allo sport italiano, tanti gli appuntamenti presentati al Parlamento a Roma – con il messaggio del presidente della camera Laura Boldrini - e a Milano, a Palazzo Marino.

Dai triangolari di calcio a giugno e a ottobre, al torneo nazionale di pallavolo maschile e femminile dal 19 al 21 giugno, alla gara a tempo di pesca sportiva a settembre. In mezzo tante competizioni, dall'atletica al tennis, dal golf al nuoto, alla boxe – chi non si ricorda il piccolo - 1,57 cm - Mario D'agata, sordomuto dalla nascita, campione del mondo dei pesi gallo dal 56 al 57 - dove gli atleti non udenti si confondono con chi ha la stessa voglia di battersi, di competere, di vincere e sprofondare negli abbracci dei tifosi. Che non hanno bisogno di suoni, per arrivare dritti dritti al cuore.

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