È uno dei musei a cielo aperto più importanti del mondo. In Cappadocia sembra che il normale ordine degli elementi, che compongono un tradizionale paesaggio, si sia capovolto: abitazioni scavate nella roccia, incastrate in anfratti, gole e pertugi, che fanno da contraltare a interi villaggi sotterranei, sepolti tra formazioni tufacee e dirupi scoscesi, intagliati dal tempo in fitte trame decorative.
La Cappadocia, Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, deve il suo aspetto affascinante ad antichissimi depositi di tufo e all'azione erosiva dei vulcani Hasan Dagi ed Erciyes Dagi, avvenuta circa 8 milioni di anni fa, che ha dato vita a curiose forme coniche, torri, grotte, passaggi sotterranei e cucuzzoli noti come Camini delle Fate, dove poi l'ingegno umano ha saputo ricavare i propri rifugi, le abitazioni e i luoghi di culto. Inizialmente abitata dagli Ittiti, fu nei secoli invasa da numerose popolazioni. Ma fu nell'epoca bizantina che la regione divenne rifugio di anacoreti e cristiani che vi scavarono le loro abitazioni nella roccia e poi di monaci eremiti che costruirono qui i loro monasteri, intagliando la roccia e affrescando le pareti, e realizzarono anche chiese rupestri e città sotterranee vere e proprie con tanto di cantine e granai. Di seguito alcuni luoghi da non perdere.
Göreme - Immerso in un paesaggio surreale e circondato da tre valli all'interno dell'omonimo parco nazionale, il sito archeologico di Göreme è un complesso di circa 300 fra chiese rupestri, monasteri bizantini e cappelle. Si presenta come un'unica roccia sopraelevata, dalla quale si innalzano spuntoni rocciosi, per lo più di forma conica, magistralmente intagliati e parzialmente affrescati. Subito prima di entrare nella zona delimitata del museo si trova la Tokali Kilise, composta da una struttura originale più antica, che occupa la navata centrale con volte a botte, e da una parte più recente con una navata trasversale ad abside, entrambe affrescate con scene della vita di Cristo e degli Apostoli risalenti al X secolo. Tra le varie chiese segnaliamo: la più piccola, Elmali Kilise o Chiesa della Mela, che deve il suo nome al frutto tenuto in mano dall'arcangelo Gabriele, e la Yilanli Kilise o Chiesa del Serpente, una delle più famose, con affreschi quasi integri raffiguranti da un lato Costantino e la madre Elena che sorreggono la Croce e dall'altro lato San Giorgio e San Teodoro intenti a combattere il drago, tema che diventerà topico nella Chiesa cristiana. Nel centro storico del villaggio, il Castello Romano costruito su uno spuntone di roccia vulcanica.
Uchisar – Dominata da un castello-fortezza che diede rifugio ai primissimi cristiani della zona, ospitandoli nelle stanze scavate nella roccia, Uchisar è un ottimo esempio di come gli uomini abbiano armonizzato natura e operosità. Numerose infatti, sono le finestre che si mimetizzano nella pietra. Dalla sommità, la vista si perde negli angoli più lontani delle vallate circostanti tra vigneti e frutteti, fino alla cima del vulcano Erciyes Dagi, perennemente ricoperto di neve.
Ürgüp - Uno dei centri turistici più attrezzati della regione, per questo scelto da molti viaggiatori come punto di partenza per visitare la zona, è Ürgüp ubicato alle pendici delle antiche abitazioni rupestri. Questa località offre un assaggio di come le popolazioni e le piccole comunità di monaci e cristiani vivessero nelle case scavate nel tufo. I piccoli passaggi aperti sullo sperone roccioso, a ridosso del centro urbano, attestano anche la presenza di una fortezza di epoca selgiuchide. Il centro storico invece accoglie poche, e in parte decadute, dimore tradizionali, alcune delle quali molto belle.
Nevsehir – Il capoluogo di Provincia sorge sulla zona ricoperta dall'eruzione del vulcano Erciyes Dagi, avvenuta quasi 3 milioni di anni fa. Il paesaggio, soggetto all'incessante azione erosiva di acqua e vento, offre straordinarie figure dall'aspetto irreale che contribuiscono ad accrescere il fascino di queste terre. Con il sole, i colori delle rocce variano dall'oro al rosso, regalando tramonti unici. Nevsehir, oltre ad essere base di partenza per la visita ai villaggi rupestri della zona, offre testimonianze interessanti della sua storia: la cittadella, che risale al periodo selgiuchide e offre un panorama straordinario, e la Kursunlu Kulliye, un imponente complesso realizzato per volere del gran visir che comprende un ospedale, una moschea, una madrasa e anche una biblioteca che oggi ospita il Museo Archeologico.
Kaymakli e Derinkuyu - A 20 km da Nevsehir, sotto una necropoli molto estesa, si trova Kaymakli una delle più accessibili e interessanti tra le città sotterranee della zona, organizzata su sette livelli di cui cinque visitabili. Sempre nella stessa zona, un'altra città sotterranea: Derinkuyu. Si tratta di uno dei migliori esempi giunti ai nostri tempi ed è articolata su dodici piani sotterranei, di cui otto facilmente accessibili. Un incredibile sistema di tubature, cunicoli, gallerie e labirinti messo a punto al fine di ingannare e impedire l'accesso all'eventuale nemico. Interessante il monastero sotterraneo che ebbe anche funzione di sanatorio mentale.
Valle di Ihlara – La Valle di Ihlara si allunga per 15 km lungo un canyon solcato dal fiume Melendiz che con i suoi numerosi e tortuosi meandri ha accelerato il processo di erosione di tutta la zona. In alcuni punti la profondità del canyon raggiunge i 110 metri e regala scorci mozzafiato fatti di pareti ripide sulle quali sono ancora visibili numerose tracce di insediamenti rupestri, un tempo rifugio preferito dei monaci bizantini. Proprio perché difficilmente raggiungibili, la valle fu un centro di monachesimo delle origini che riuscì a sfuggire alle ripetute incursioni arabe. Si contavano 5000 abitazioni, comprese le chiese rupestri. Nonostante l'azione erosiva delle acque e dei venti, alcuni affreschi si sono miracolosamente conservati e si possono ammirare ancora oggi, in tutta la loro bellezza.
Per informazioni: www.turchia.it