Giornata decisiva per il via libera all'Italicum. Il voto finale dovrebbe arrivare in serata, ma la volata alla Camera si annuncia infuocata tra le scelte delle opposizioni, che hanno ufficializzato la decisione di non partecipare al voto, e la spaccatura interna al Pd con i "dissidenti" che dovranno stabilire se votare contro o non votare. Renzi ostenta serenità: "Nel Pd litighiamo - dice - ma poi ripartiamo tutti insieme".
Renzi: "Italicum porta stabilità" - Per Renzi la nuova legge elettorale "porterà stabilità politica, che è precondizione per l'innovazione economica". Il premier, intervenendo alla Borsa, si è detto fiducioso che l'Italicum "sarà approvato dal Parlamento italiano". "Stiamo dando corso e concretizzazione alle riforme dopo decenni di parole in libertà. Questa prima parte di riforme è molto corposa ma anche doverosa. E' l'abc per ristabilire le regole come dovrebbero essere: stiamo facendo la legge elettorale per dire che chi arriva primo vince le elezioni. Non sono cose particolarmente geniali", ha poi aggiunto.
"Basta capitalismo di relazione non trasparente" - "In Italia il capitalismo di relazione ha prodotto alcuni effetti decisamente negativi: è il momento di mettere la parola fine a un sistema basato più sulle relazioni che sulla trasparenza e sul rapporto con il mondo che sta fuori e chiede piu' dinamismo e trasparenza", ha spiegato il premier.
Italicum, dissenso all'interno del Pd - Lunedì sera arriverà dunque l'ora X dell'Italicum e segnerà, molto probabilmente un prima e un dopo non solo nelle regole del gioco della politica italiana. "Il traguardo", indicato con forza dal premier segnerà anche una nuova tappa nel dissenso interno al Pd dopo lo strappo dei "38" della settimana scorsa sulla fiducia. Uno strappo che quel gruppo ribadisce, seppur in forme diverse, e che potrebbe allargarsi rischiando di impoverire l'entità della maggioranza sulla legge elettorale.
Renzi: "L'Italicum porterà stabilità"
Guerra di numeri - Anche per questo i renziani puntano innanzitutto a far sì che la soglia, in Aula, non scenda sotto la maggioranza assoluta di 316 deputati anche se il rischio, al momento, sembra davvero lontanissimo. Il gruppo dei 'ribelli' deciderà se tramutare il dissenso in un voto contrario o in un non voto al testo anche se "l'orientamento prevalente è votare contro", spiega Alfredo D'Attorre, sottolineando come il dissenso "potrebbe allargarsi". E l'allargamento potrebbe investire fino ad una decina dei 50 esponenti di Area Riformista. I 'no' (o il non voto) all'Italicum, nel Pd, potrebbero essere così tra i 40 e 50.
Le opposizioni non voteranno - Forza Italia e le altre opposizioni non parteciperanno al voto: lo ha reso noto Renato Brunetta al termine dell'assemblea del gruppo di Fi che ha deciso appunto di "non partecipare a questa infausta giornata per la democrazia italiana e per la democrazia parlamentare". Scelta condivisa anche dal Movimento 5 Stelle, che in un primo momento aveva chiesto di rimanere in Aula e votare no. Forza Italia ha anche formalizzato la richiesta di scrutinio segreto.