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Giulio Ferrari l'ha inventato, i Lunelli l'hanno fatto grande: la storia del Ferrari

E' il brindisi italiano per eccellenza. E' nato nel 1902 ma solo dopo 50 anni, con il cambio ai vertici, è stato scoperto dal grande pubblico

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Trento, 1902. Giulio Ferrari fonda una piccola cantina vinicola. Produce poche e pregiatissime bottiglie, piccole opere d'arte riservate a facoltosi appassionati. Cinquant'anni più tardi, senza un erede a cui lasciare il suo gioiello, decide di vendere. E trova il compratore giusto in un commerciante di vini, Bruno Lunelli, così appassionato e convinto delle potenzialità di quelle bollicine da riempirsi di debiti. Nasce così il binomio Ferrari-Lunelli che farà di quelle pregiatissime bottiglie il brindisi italiano per eccellenza.

Il nome Ferrari è infatti ancora oggi indissolubilmente legato alla famiglia Lunelli. Dopo Bruno è toccato ai figli Franco, Gino e Mauro. Oggi al comando c'è la terza generazione: i cugini Marcello, Matteo, Camilla e Alessandro.

I Lunelli, negli anni, portano Ferrari a diventare leader nel mercato del Metodo Classico. Non solo. Gli affiancano infatti altri prodotti: nel 1982 viene acquisita la storica distilleria Segnana. Nel 1988 entra a far parte del gruppo l'acqua minerale Surgiva.

Portano il nome di famiglia, Lunelli, i vini fermi del gruppo, che nascono in Trentino negli anni '80 capitalizzando l'esperienza acquisita con Chardonnay e Pinot Nero in anni e anni di viticoltura di montagna.

Nel 2000 i Lunelli iniziano a guardare oltre il loro Trentino. Nasce la Tenuta Podernovo, nel Pisano: il Sangiovese, coltivato secondo i principi del biologico, è il suo principale vitigno. E ancora la Tenuta Castelbuono da cui nasce il Montefalco Sagrantino.

Nel 2014 l'ultimo acquisto: il 50% dello storico marchio di prosecco superiore Bisol. All'eccellenza del Trentodoc Ferrari si affianca quindi il meglio di Valdobbiadene.

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