Il legale d'ufficio di Claudio Giardiello, l'autore della strage al Tribunale di Milano dello scorso 9 aprile, pone una questione morale al consiglio milanese degli avvocati: "Con quale stato d'animo potrei assistere l'assassino di un mio collega?". Chiede per questo di rimettere il suo mandato, ma l'Ordine professionale glielo vieta.
Il caso posto dal legale d'ufficio ha sollevato il dibattito all'interno del consiglio dell'Ordine di Milano che, dopo una lunga seduta, ha comunque imposto la difesa di Guardiello con qusta motivazione: "Per rimettere il mandato è necessario non fare più parte delle liste dei difensori d'ufficio".
Solo in questo modo non si verrebbe meno ai principi che disciplinano la fedeltà del patrocinio. Questione deontologica. Insomma, il fatto che Giardiello abbia ucciso un collega del suo difensore, per di più iscritto allo stesso ordine, da solo non basta per dichiarare l'incompatibilità. Se il legale decidesse di rinunciare rischierebbe quindi un procedimento disciplinare.