Risolto il giallo di Trezzano. Arrestata Lucia Fiore per l'omicidio del marito, il cadavere del quale fu trovato a settembre dentro una sacca sul Naviglio. La donna non sopportava più la situazione familiare deteriorata dalla malattia del marito, schizofrenico e sempre imbottito di farmaci. Se non avesse avuto bisogno di aiuto per trasportare in macchina il borsone con dentro il cadavere, Lucia Fiore avrebbe compiuto il delitto perfetto.
E invece quel giorno di settembre la donna giunta in garage chiese una mano al vicino romeno, che fu insospettito dalla forma della valigia e dal peso. La donna dopo essersi liberata del cadavere allertò della scomparsa del marito i carabinieri che trovarono la sacca in una pista ciclabile di Abbiategrasso. E in base alla testimonianza del vicino, scrissero nel registro degli indagati per occultamento di cadavere Lucia Fiore, che alla fine, messa alle strette dagli investigatori, rivelò che si disfò del cadavere del tassista dopo averlo trovato senza vita in casa.
Gli esami tossicologici sono stati determinanti invece per scoprire la natura della morte dell'uomo e incastrare la donna. Nel periodo delle indagini, la Fiore ha vissuto assieme al figlio a casa di un parente del Bergamasco (a cui è stato affidato il 12enne) perché l'appartamento era sotto sequestro. Non è parsa sorpresa, ha mantenuto la stessa "lucidità e freddezza" che secondo il gip Stefania Pepe ha usato per l'omicidio. Nell'ordinanza si legge che era "determinata a uccidere solo perché non sopportava più la situazione familiare, ormai deteriorata dalla malattia del coniuge, e non tollerava di continuare a vivere con un uomo affetto da gravi disturbi della personalità e dal carattere problematico".
Nel corso dell'interrogatorio di garanzia di mercoledì si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Intanto il corpo dell'ex tassista non è stato ancora reclamato per il funerale.