Piotta è tornato sulla scena musicale e nel suo ottavo disco, uscito il 14 aprile, fa il pieno di "Nemici". "Sono tutti amici e tutti nemici - racconta a Tgcom24 - Dipende da quale lato si guarda il mondo". Tredici brani che vantano collaborazioni importanti come quella con il padre dell'hip-hop Afrika Bambaataa "per scelta del destino" e il featuring con Captain Sensible dei The Damned incontrato "grazie a Facebook".
Ogni tuo disco è sempre stato diverso da quello precedente. Com'è nato "Nemici"?
Mi fa piacere abbiate notato che a ogni mio album aggiungo qualcosa al percorso già fatto in precedenza. In alcuni casi i passaggi sono stati repentini, in altri casi di conferma. Nel caso di "Nemici" la mia miscela sonora è perfetta: c'è il rap degli esordi, il reggae che ho sempre amato e il rock, che mi ha folgorato sulla via del Warped Tour.
Nel disco troviamo anche riferimenti al mondo di oggi...
Racconto la realtà, tra amici che partono, altri che ritornano e i tanti annoiati da un brutto lavoro, che è pur sempre meglio che non averne. Io da questo punto di vista sono un privilegiato, amo ciò che faccio anche quando non dormo per due giorni.
Il titolo è provocatorio, quali sono i nemici di Piotta?
I nemici di Piotta sono tutti quegli artisti che con il loro percorso sono sempre sfuggiti all'omologazione, cani sciolti anche all'interno del loro genere. Certamente Frank Zappa, i The Clash o i Public Enemy, ma anche gi italianissimi Caparezza, Manuel Agnelli o Zerocalcare. Dice più cose lui con i suoi disegni che tanti perfetti concorrenti da karaoke.
Nell'album ospiti artisti del calibro di Captain Sensible e Afrika Bambaataa. Come sono nate queste collaborazioni così speciali?
Con Afrika Bambaataa è nata per una serie di coincidenze assurde mentre con Captain Sensible ci siamo incontrati grazie a Facebook. Sono entrambi venuti a Roma, ci siamo stretti le mani e abbiamo condiviso un'idea. Mi scrivono tanti artisti emergenti e mi propongono soldi per fare featuring con loro, ma le collaborazioni si fanno prima di tutto per stima e amicizia!
Non dimentichi però le tue radici e troviamo anche i Modena City Ramblers, i Muro del Canto e Brusco, che come te è cresciuto a pane e hip-hop...
Tutti queste persone hanno, ognuno col suo stile, un percorso decisamente alternativo alla musica imposta da certi schemi radiofonici e televisivi. Per "loro" siamo noi i pazzi, per noi invece lo sono loro. Viviamo tutti su un palcoscenico ma non ci capiamo, viaggiamo su diverse frequenze.
In '7 vizi Capitale' con Il Muro del Canto denunci i peccati di Roma...
Per me è forse tra i brani più belli che abbia mai realizzato, insieme a Ciclico (un cult per chi ama l'hip hop anni '90) e a Piazzale Lagosta, dedicato a mia madre che era milanese.
Hai sempre rifiutato reality e copertine, mentre per alcuni rapper rappresentano un trampolino di lancio. Esiste ancora per gli esordienti un circuito alternativo che permette di emergere e resistere senza passare dai talent?
Assolutamente si, il problema è che è più remunerativo far passare il messaggio opposto. Vi dico un nome su tutti: Lo Stato Sociale. Mi fa piacere aver collaborato nel brano "Questo è un grande paese", una hit da più di un milione di view con un video pazzesco realizzato da Scottecs. Evidentemente ci sono percorsi affini al di là di generi e generazioni.
La tua musica è da sempre aperta a nuove contaminazioni, ci sono dei nomi con cui sogni di lavorare in futuro?
Se si tratta di sognare allora lo faccio bene. Sicuramente Chuck D dei Public Enemy, Sixto Rodriguez perché ero uno dei pochi ad avere i suoi dischi, prima del successo del documentario. E poi i Gogol Bordello perché vorrei fare con loro un brano dedicato a Matteo Salvini "Selfie con maiale".