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Carabinieri arrestati a Piacenza, Ilaria Cucchi: "Non si parli di mele marce, fatto enorme e gravissimo"

La sorella del geometra romano, morto in seguito al pestaggio subito da due carabinieri, ha commentato l'inchiesta sui militari dell'Arma della stazione di Piacenza

Ansa

"Un fatto enorme e gravissimo che ricorda la vicenda di mio fratello Stefano". Così Ilaria Cucchi ha commentato l'indagine della Procura di Piacenza che ha portato all'arresto di 6 carabinieri, accusati di traffico di droga, estorsioni e tortura. "Bisogna andare fino in fondo - ha aggiunto - non si facciano sconti a nessuno come hanno dimostrato magistrati coraggiosi nell'indagine sulla morte di Stefano. Basta parlare di singole mele marce, i casi stanno diventando troppi".

"Il problema è nel sistema: - ha aggiunto Ilaria Cucchi dopo la pubblicazione delle intercettazioni -  mi vengono in mente i tanti carabinieri del nostro processo che vengono a testimoniare contro i loro superiori e mi chiedo con quale spirito lo facciano quando poi spuntano comunicati dell'Arma subito dopo la testimonianza come nel caso del loro collega Casamassima" .

Il processo Cucchi - La sorella di Sefano Cucchi ha lottato per 10 anni per stabilire la verità sulla morte del fratello. Dopo due anni di udienze, il novembre scorso, è arrivato il verdetto di primo grado contro gli imputati nel caso Cucchi, autori dell’arresto e responsabili delle percosse inflitte al trentunenne romano, fermato la sera del 15 ottobre 2009, e morto a una settimana dall’arresto, senza che i familiari riuscissero a sapere nulla delle sue condizioni. I carabinieri Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo sono stati condannati a 12 anni di carcere. In seguito è iniziato il Cucchi ter per appurare le responsabilità di chi cercò di coprire il pestaggio.Sono otto i militari sotto accusa.

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