Grande successo al Forum di Assago per l'unica data italiana del tour mondiale di Sting e Paul Simon. Di fronte a 8mila spettatori, la coppia, tanto strana quanto eccezionale, ha incantato per due ore a suon di canzoni immortali prese dal repertorio di entrambi. Nonostante i 28 Grammy e le decine di milioni di dischi venduti, i due hanno catturato il pubblico con una performance all'insegna della semplicità e dell'empatia.
La forza di una star a volte sta nell'esserlo senza farlo pesare. Far sentire il pubblico a proprio agio, creare un feeling che ha un ché di familiare, come se sul palco ci fossero due vecchi amici che vogliono solo trasferire e condividere emozioni. E così è stato per i due cantautori. "Brand New Day" di Sting, seguita da "The Boy in the Bubble" di Paul Simon, sono l'apertura che basta alla coppia per conquistare il Forum. Un duetto introduttivo che apre la via a dei mini-set solisti: in una staffetta sulla lunga distanza (32 canzoni distribuite per oltre due ore e mezzo di live) dove Sting e Paul Simon si danno il cambio e allo stesso tempo sembrano sfidarsi a colpi di singoli tratti dalle rispettive lunghe carriere.
E se loro sono le star della serata, non va sottovalutato l'apporto di una band di 15 elementi che fra tube e sassofoni, violini e violoncelli, organetti e armoniche, washboard e fisarmoniche riesce a coprire l'ampio spettro stilistico dei due cantautori arricchendo al contempo anche i pezzi di segmenti strumentali di alto livello. I successi si susseguono in un crescendo da ko: "Englishman in New York" e "Me and Julio Down By the Schoolyard", "Shape of My Heart" e "Still Crazy After All These Years", "Message in a Bottle" e "That Was You Mother". E poi ancora "You Can Call Me Al" e "So Lonely", "Roxanne" e "The Obvious Child". Ma Sting e Paul Simon sono due rette parallele che ogni tanto si incontrano, il cantante inglese esegue un'apprezzatissima versione di "America" di Simon & Garfunkel, mentre il cantautore americano omaggia le sue radici blues e country eseguendo in medley due brani di Junior Parker e Chet Atkins.
Le voci dei due si mescolano alla perfezione, prima su "Mrs. Robinson", quindi su "Fragile" e "The Boxer" in cui l'intreccio di timbri e stili funziona ancora meglio. Come si era aperto con un duetto, così si chiude lo show, in un bis da numeri uno fra "Cecilia", "Every Breath You Take" e "Bridge Over Troubled Water". E a quel punto è impossibile tenere seduto persino il compassato pubblico del parterre.