Non solo funzione protettiva. La mascherina diventa un accessorio connesso al proprio smartphone e utile per la comunicazione. A lanciare il primo prototipo con il progetto C-Face, è la start-up giapponese Donut Robotics. Tramite la connessone bluetooth con i propri device, la nuova mascherina dispone di diverse funzionalità tra cui l'amplificazione della voce e la traduzione in ben otto lingue di parole e frasi.
Le otto lingue a disposizione sono: giapponese, cinese, inglese, francese, indonesiano, coreano, spagnolo, tailandese e vietnamita. Il servizio di traduzione sarà offerto su abbonamento previo download dell’apposita applicazione. Una tecnologia che non solo potrebbe aiutare la comunicazione tra stranieri, ma anche permettere la comprensione e il dialogo spesso ovattati dall’uso delle comuni mascherine.
Il progetto ha avuto un enorme successo al punto tale da raccogliere su un sito di donazioni circa 225.500 euro in soli 37 minuti. Le mascherine si potranno trovare in Giappone già a settembre al prezzo di 34 euro anche se per il primo stoccaggio ne verranno prodotte solo cinquemila. Fatta di plastica bianca, la mascherina poliglotta si dovrà applicare sopra alla normale mascherina.
"Abbiamo lavorato duramente per anni per sviluppare un robot e abbiamo utilizzato quella tecnologia per creare un prodotto che risponda al modo in cui il Coronavirus ha rimodellato la società" ha dichiarato Taisuke Ono, amministratore delegato della Donut Robotics. Infatti, poco prima dell'inizio della pandemia, l'azienda aveva ottenuto un contratto per fornire guide robot e traduttori all'aeroporto di Tokyo Haneda.