Dal cemento al legno, la città si trasforma nella sua versione "green"
Emanuele Orsini, Assolegno: "Sostenibile, solido e resistente, il legno è la risposta giusta. Per crescere e uscire dalla crisi"
"La scuola che vorrei" è fatta di legno, è sicura, solida e a basso consumo energetico. L'iniziativa, un modellino che toccherà otto piazze italiane da aprile a settembre, ha aperto il suo tour ai padiglioni di MADE Expo a Milano, in una giornata in gran parte dedicata a un materiale che potrebbe cambiare l'architettura del futuro, il legno appunto.
E' il legno il protagonista di un accordo tra Federlegnoarredo e Palazzo Marino, presentato proprio in fiera, e riguardante il pianeta scuola. "Il Comune ci ha espresso tutta la sua attenzione - dice Emanuele Orsini, presidente di Assolegno -, confermando la sua volontà di utilizzare il legno in particolare per l'edilizia scolastica. E noi crediamo che questo sia un passaggio fondamentale per il rilancio e il rafforzamento di un business che presenta grandi potenzialità di sviluppo".
Perché scegliere questo materiale per costruire? "Perché significa essere già in regola con i parametri di Kyoto, perché implica un abbattimento dell'80% dei consumi di CO2 e perché il prodotto finito è improntato a ecosostenibilità e risparmio energetico, oltre che a una solidità che mette al riparo anche dal rischio sismico. Il legno inoltre è più leggero e i cantieri più veloci". I numeri dicono che gli addetti ai lavori nel legno ci credono, se nel 2010 il materiale veniva usato per il 6% degli edifici, oggi per il 18% (siamo a un indotto da quasi otto miliardi di euro) e nel 2020 riguarderà il 30% delle costruzioni. A crederci è anche il mondo finanziario. "Stiamo realizzando protocolli d'intesa con le banche in vista di prodotti mutuo ad hoc - spiega ancora Orsini -. E sono previste agevolazioni, perché edificio in legno vuol dire in regola con le normative, a bassi consumi e quindi di più alto valore".
Insomma, la strada giusta per crescere. Si tratta anche di un fronte su cui l'Italia parte favorita. Con i suoi 10 miliardi di surplus commerciale, l'industria italiana del mobile è seconda nel mondo nella classifica che misura il saldo della bilancia commerciale (davanti a noi solo la Cina), siamo primi in Europa nella spesa in ricerca e sviluppo con i nostri 56,4 milioni di euro, e ancora vantiamo nel settore un valore aggiunto pari a quelli di Francia, Spagna e Svezia sommati insieme.
Il business, infine, si presenta vincente anche sul fronte della ristrutturazione. "Il legno pesa un quinto del cemento armato - dice ancora Orsini -. Se le città si sviluppano in altezza, il nostro materiale è molto comodo e funzionale rispetto a quelli tradizionali e facilita le operazioni. Inoltre, a Modena nel post terremoto il legno si è rivelato la materia prima migliore per riedificare le chiese danneggiate: all'interno dei muri esterni sono state edificate in alcuni casi strutture interne lignee, in grado di resistere agli eventi sismici". E così il legno dà una mano anche all'arte. E alla sua conservazione.
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