Il bullismo è qualcosa di cui fra i genitori si parla poco, ma che è temuto da tutti. Una specie di tabù da non nominare, ma che fa paura. Il bullismo viene definito come un'azione di prepotenza e di violenza, perpetrata nei confronti di chi è ritenuto più debole o comunque incapace di difendersi. Anche se l'atto in sé viene condannato da tutti, l'atteggiamento nei confronti dei bulli è duplice: da un lato non si perdona la malvagità di queste persone, ma dall'altro si prova per loro anche compassione, perché i bulli sono persone bisognose di aiuto, in cerca di attenzione.
Anche se di solito si pensa soprattutto ad azioni di prepotenza fisica, in questi ultimi tempi i genitori temono anche molto il cyberbullismo: questo nuovo modo di provocare danni psico-fisici permette all'autore di restare nascosto e protetto dietro lo schermo di un pc o di uno smartphone.
Gli edifici scolastici sono i luoghi in cui hanno principalmente luogo gli episodi di bullismo mentre la casa e il gruppo degli amici sono quelli in cui si verificano più frequentemente gli episodi di cyberbullismo.
Il 22% dei genitori non si sente in grado di tenere sotto controllo ciò che i propri figli fanno o vedono online. Questa percentuale sale al 48% se si parla dell'eventualità di dover affrontare il cyberbullismo.
Cercare di garantire la privacy dei figli evitando di controllare i loro profili social purtroppo provoca spesso effetti negativi: i ragazzi vengono maggiormente esposti al rischio di molestie o abusi. Proprio in conseguenza del fatto che le attività virtuali dei bambini non vengono controllate, il 25% dei genitori di ragazzini molestati online dice di essere venuto a conoscenza dell'accaduto a distanza di molto tempo. E ciò è molto preoccupante se si considera la facilità con cui gli abusi virtuali si trasformano in atti di bullismo reali.
Chi è vittima del bullismo in generale - e del cyberbullismo in particolare - può andare incontro a gravi e duraturi danni psicologici. Probabilmente non c'è una soluzione tecnologica definitiva a questo problema e prevenirlo può risultare difficile. È comunque possibile, seguendo alcuni semplici accorgimenti, proteggere i bambini.
Per esempio modificare le impostazioni per la privacy dei social network consente agli adulti di aiutare i bambini a controllare chi può vedere i post e chi può scrivere messaggi. Un corretto utilizzo di tutte le impostazioni del Parental Control, delle applicazioni software e delle soluzioni di sicurezza può contribuire a una maggiore protezione e tranquillità.
La cosa necessaria però – e da cui non si può prescindere - è fare un passo in avanti: andare oltre la tecnologia e guardare i nostri figli negli occhi. E cercare di capire se qualcosa li turba. Sul piano pratico, inoltre, un genitore deve spiegare l'importanza di tenere le informazioni personali per sé e non rivelare, soprattutto in rete, informazioni sensibili quali indirizzo, scuola, numero di telefono e delle carte di credito; di fare attenzione a ciò che si condivide e con chi; di sapere a chi chiedere aiuto quando ci si sente in pericolo o prevaricati da qualcuno.