L'emergenza idrogeologica nel nostro Paese ha numeri da brivido. Solo nell'ultimo anno si contano 33 morti, 27 stati di emergenza, 400 eventi, 4mila famiglie di sfollati, 4 miliardi di danni. A comunicarli, in occasione di MADE Expo, è stato il Consiglio nazionale dei geologi.
"Per quanto riguarda direttamente l'Expo - ha detto il presidente del consiglio nazionale dei geologi Gianvito Graziano - dobbiamo incrociare le dita. Siamo partiti adesso con i cantieri per il Seveso, ma sono quelli per la depurazione delle acque perché il Seveso ha questo doppio problema ambientale e idrogeologico. Per fortuna l'Expo si tiene d'estate, ma anche questo non ci fa stare tranquilli perché se guardiamo agli ultimi anni le alluvioni nella zona di Milano le abbiamo avute a luglio e agosto".
Per l'Italia è comunque tempo di manutenzione. "Questa MADE Expo - ha spiegato Erasmo d'Angelis, responsabile di Italia Sicura, struttura di missione del governo sul rischio idrogeologico - è la dimostrazione della disperazione dei numeri primi, nel senso che è dal '500 che il nostro Paese sa tecnicamente come si può prevenire, ma il nostro sapere lo abbiamo esportato in Giappone e in California per quanto riguarda il rischio terremoti mentre da noi ci sono 7,5 milioni di edifici a rischio crollo. Dobbiamo recuperare e qualche segnale cominciamo a vederlo. Ora finalmente si parla di difesa: il 10% del nostro territorio si allaga facilmente ma a disposizione ci sono soluzioni".
"Ora - ha ripreso d'Angelis - un elenco di cose da fare c'è: 7.150 opere per 21,5 miliardi di fabbisogno, ma il 90% di tutte le opere che sarebbero necessarie mancano di progetti, sono in pratica solo titoli o studi di fattibilità. Il 10% cantierabile è in 14 città metropolitane".
Tra le opere che stanno andando in cantiere o che sono partite in questi giorni sono state citate il cantiere del Bisagno, "simbolo dei blocchi e dei ritardi", che partirà all'inizio di aprile, le opere sull'Arno e ora partiranno anche quelle sul Seveso dimenticato nel piano per l'Expo con la prima delle cinque vasche di Senago.
"E' finalmente cominciata - ha concluso d'Angelis - un'operazione di difesa con opere molto concrete. Non più rincorsa alle emergenze ma progettare Italia Sicura. E' tempo di manutenzione e di piccole e piccolissime opere. Nella filiera dell'edilizia c'è un impressionante livello di occupazione e di affari intorno a questo risanamento con l'avvio di migliaia di piccole opere sparse nel territorio".