Riforme, Forza Italia ribadisce il proprio "limpido no" ad accordi
Il Mattinale, la nota del gruppo azzurro alla Camera, spiega che Renzi è "arrogante e prepotente. Non è possibile un accordo con chi ha mancato alla parola data"
Forza Italia ribadisce il suo "limpido no" alle riforme volute dal premier Renzi. Lo si legge su Il Mattinale, la nota politica del gruppo azzurro alla Camera. "Renzi arrogante e prepotente - scrive Forza Italia -. Non è possibile un appeasement di qualsiasi genere con chi ha mancato alla parola data. Ha spaccato l'Italia, anche la minoranza del Pd lo riconosce. Non possiamo accomodarci a servire quello che si è rivelato un disegno autoritario".
"Dimentica Renzi - prosegue la nota del Mattinale - che il referendum è una prerogativa in mano all'opposizione. Renzi vuole fare la parte della maggioranza e dell'opposizione. Bella roba: uno che vuole cambiare la Costituzione disprezzando e scavalcando i modi che la Costituzione prevede. Gli ricordiamo che per il momento non è stato votato da nessuno".
"Prima che chiedere il consenso alla gente sulle sue pensate - prosegue la nota del gruppo di Forza Italia alla Camera - dovrebbe lasciarsi esaminare dal popolo secondo la strada prevista dall'articolo 1 secondo comma: 'La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione'. Invece Renzi mostra di intenderla così: 'La sovranità appartiene al popolo, ma la esercita Renzi nelle forme e nei limiti della sua convenienza'. Non funziona così. E dall'Alto Colle qualcuno dovrebbe averne competente avvertenza".
Il Mattinale parla poi anche del "piano renziano di occupazione della Rai", spiegando che il partito "si opporrà al piano del conquistatore toscano. Nelle intenzioni di Renzi c'è la figura di un amministratore delegato unico, nominato direttamente dal governo, che avrà tutti i poteri propri di un ad di una società privata. Insomma, un signorotto unico scelto dall'esecutivo, alla guida della tv pubblica, con un consiglio di amministrazione che sarà ridotto a cinque membri, sulle cui modalità di elezione il premier non ha ancora le idee chiare. Al vaglio c'è l'ipotesi di un consiglio di sorveglianza, ma magari Renzi si ricorderà dell'esistenza del Parlamento e lascerà alle Camere la scelta dei componenti del Cda che sarà comunque svuotato di competenze, tutte nelle mani dell'ad, una sorta di longa manus del governo al vertice della Rai".
Per Forza Italia, invece, sarebbe "opportuno procedere ad una vera privatizzazione della Rai che consentirebbe di preservare e anzi di rilanciare il valore della televisione pubblica nei nuovi scenari tecnologici e di mercato garantendo allo Stato un introito che uno studio di Mediobanca ha stimato in 2 miliardi di euro. Altro che il taglio di 150 milioni che il governo ha voluto per la Rai con il decreto Irpef, causando non poche difficoltà per la concessionaria della tv pubblica. Lasciando al controllo pubblico solo una rete, che a questo punto potrebbe essere agevolmente finanziata interamente dal canone, si potrebbe ragionevolmente diminuire anche l'importo stesso del canone, riducendo l'evasione che ad oggi supera il 27%. Insomma in un sol colpo si renderebbe la Rai davvero competitiva sul mercato digitale, si azzererebbe l'evasione del tanto vituperato canone e per le casse dello Stato arriverebbero risorse importanti".
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