Tribunale di Livorno: il saluto romano allo stadio "comunista" non è reato
Assolti quattro supporter dell'Hellas Verona. L'episodio avvenne a Livorno, la cui tifoseria è notoriamente di sinistra. Per questo, secondo il giudici, gli imputati non potevano fare proselitismo
Il saluto romano va bene, ma solo se allo stadio. E' quanto si evince dalla sentenza di un giudice di Livorno, che ha assolto 4 tifosi dell'Hellas Verona finiti sotto processo per aver fatto il gesto fascista durante una partita di calcio tra la propria squadra e il Livorno, la cui curva è notoriamente di sinistra. I legali sono riusciti a convincere il tribunale che i 4 non potevano fare proseliti perché circondati dai "rossi".
L'episodio risale al 3 dicembre 2011, quando l'Hellas incontrò il Livorno, la cui tifoseria, appunta, è solita inneggiare a Che Guevara, intonando "Bella Ciao".
La sentenza di Livorno stride chiaramente, però con quella della Cassazione, che lo scorso settembre aveva confermato la condanna per due simpatizzanti di CasaPound che, a un raduno neofascista, avevano salutato a braccio teso. "Ci sono ancora rischi di rigurgiti antidemocratici che rendono necessario mantenere in vigore la legge Scelba, la quale vieta la ricostituzione del partito fascista e i gesti del Ventennio", scrivevano i supremi giudici.
SU TGCOM24