Kaligola, lo sguardo oltre il giardino: "Io, rapper tra la musica classica e il cinema"
Il giovane rapper ha pubblicato il suo album di debutto eponimo. A Sanremo è stato premiato per il miglior testo e per il futuro sogna...
Al Festival di Sanremo, dove era il più giovane artista in gara, è stato eliminato nella sezione Nuove Proposte ma la sua "Oltre il giardino" ha lasciato il segno, ricevendo il premio per il miglior testo. Kaligola pubblica ora il suo album d'esordio, dove mette dentro le sue passioni e il modo di vedere il mondo. "Il tema dominante è il distacco dall'omologazione - dice a Tgcom24 -. Il mio futuro? Voglio coniugare musica e cinema".
Kaligola, lo sguardo oltre il giardino: "Io, rapper tra la musica classica e il cinema"
Un rapper che sfugge a tutti gli stereotipi del genere. A 17 anni Gabriele Rosciglione frequenta ancora il liceo scientifico e guardando al futuro sogna il centro sperimentale di cinematografia, usa il latino nei testi delle sue canzoni e ha alle spalle una solida formazione musicale, fatta di studi di pianoforte e ascolti autori classici come Bernard Hermann, John Williams e Wojciech Kilar, ma anche jazz, funk, soul e hip hop.
"Oltre il giardino" tratta un tema importante. Come è nato?
Osservando una persona che incontravo tutte le mattine. Abito in periferia e prima di arrivare a scuola ci metto 40 minuti, e in questo tragitto mi imbattevo spesso in questo uomo che sorrideva sempre, sembrava felice. Si distingueva dalle altre persone che erano abbastanza cupe.
Hai provato a conoscerlo?
In realtà no e non so come sia la sua vita reale ma il senso del brano è proprio questo: non sai mai quello che c'è dietro quello che vedi delle persone.
Tu sei appassionato di cinema. Il titolo è una voluta citazione del film con Peter Sellers?
Sì, ho deciso di prendere il titolo di quel film perché entrambi i personaggi sono uomini che vivono in un loro mondo a parte e nessuno li capisce.
Credi che il rap sia il genere migliore per parlare della società di oggi?
Credo che tutta la musica possano aprire una finestra sulla società e il mondo che ci circonda. Con il rap è più facile parlare di temi sociali perché ti dà modo di scrivere più parole e sviscerare meglio i concetti. Ma alla fine il contenuto non dipende dalla lunghezza del testo quanto dalla sensibilità.
Che temi preferisci affrontare nelle tue canzoni?
L'album è decisamente vario da questo punto di vista. Ci sono brani ironici sulla mia generazione, sulla generazione dei talent, parlo del mondo virtuale. Se devo trovare un tema conduttore direi che è il distacco dall'omologazione, un argomento che ritorna in più testi.
A proposito di talent, sempre più rapper vi partecipano. Tu lo faresti?
Ho fatto una canzone ironica in merito, "Nella crepa della gloria". Ritengo che abbiano un certo potenziale ma non mi fanno impazzire perché hanno a che fare troppo con i reality e poco con la musica. E' una cosa troppo televisiva. Non potrei mai.
Ti riesce difficile concilare la scuola e l'attività discografica?
Ogni mattina vado a scuola e per ora sono organizzato con lo studio. Un po' fatico ma alla fine riesco a compensare.
Che progetti hai per il futuro?
Mi piacerebbe entrare nel centro sperimentale di cinematografia a Roma proseguire con musica e cinema. Già ora considero le cose strettamente correlate, tanto che i miei video li giro tutti da solo. Io vedo tantissimi film, mi piace osservare le tecniche cinematografiche, la fotografia, le pellicole. Ho iniziato facendo pellicole amatoriali semplici ma studio e vado un po' a instinto.
Chi sono i tuoi idoli?
Eminem il primo in assoluto, lo ascoltavo sempre da piccolo anche se capivo poco. Lui è il mio primo grande punto di riferimento. Poi ci sono tanti gruppi rap anni 90, che quasi nessuno ascolta in Italia. Il mio è un percorso di formazione, mi piace scoprire i fondatori di questa musica, quelli che hanno fatto la storia.
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