Intercettazioni, filmati di telecamere di sorveglianza, testimonianze. L'indagine sul delitto di Yara Gambirasio è conclusa e nelle 60mila pagine raccolte dagli inquirenti non c'è solo la fredda ricostruzione dell'omicidio di una 13enne, ma la storia di una famiglia che si è trovata proiettata sulla ribalta della cronaca. E così, giorno dopo giorno, emergono particolari, indiscrezioni, conversazioni registrate tra il presunto assassino della 13enne e la moglie dell'uomo in carcere.
Una donna che fatica a capire quale sia la verità. E così, per quanto lei difenda il marito davanti ai giornalisti, dalla sbobinatura di quelle conversazioni nella sala colloqui del carcere di Bergamo emergono dubbi. Si capisce chiaramente che la donna, madre dei tre figli di Bossetti, vuole realmente capire se suo marito menta.
E così, le domande si susseguono, lui nega la sua responsabilità, poi, però, chiede della perquisizione dei carabinieri nella casa di Mapello, vuole sapere se sia stato trovato un coltello. Marita Comi gli chiede: "Non l'hai mai usato, vero?!". Una domanda che sembra un auspicio. Poi la donna, nella stessa conversazione, aggiunge di aver trovato due coltellini: "Li ho trovati ieri sera, ce li ho in borsa". E lui replica: "Buttali, buttali via..". Frasi che, secondo gli investigatori, valgono più di mille prove, perché descriverebbero un atteggiamento, quello del presunto assassino, teso a nascondere prove, più che a chiarire la sua posizione di indagato.
Come la conversazione in cui si parla dell'ora di rientro a casa del manovale, la sera del delitto, il 26 novembre del 2010. Bossetti rimbrotta la moglie, contestandole di non essere stata convincente sul ritorno a casa per cena. lei si difende: "Non posso ricordare cosa hai fatto quella sera, ma di sicuro ho detto che alle 19.30 eri a casa". E c'è il video di quel furgone bianco che nei minuti che precedono la scomparsa di Chiara passa dietro alla palestra dove si allenava la ragazzina.