Sempre più ricerche hanno dimostrato l'efficacia terapeutica dell'impiego di cani, cavalli, criceti e persino asini o capre, un tempo ritenuti esclusivamente animali da lavoro: gli amici quattro zampe mostrano di aiutare i bambini a socializzare, oltre a innescare un processo di avvicinamento basato sulla fiducia e la capacità di lasciarsi andare, per questo vengono coinvolti con successo nel campo della riabilitazione motoria e nei casi di malattie altamente invalidanti.
Nel 1981 negli Stati Uniti nasce la Delta Society, che per prima si occupa di indagare gli effetti terapeutici della compagnia degli animali: questi rappresentano i primi passi verso la scoperta e il riconoscimento della pet therapy, che oggi viene applicata con successo a problematiche quali autismo e depressione oltre a vedere molteplici applicazioni nel settore socio-assistenziale, dalle comunità di recupero alle case di riposo.
Se è Boris Levinson, psichiatra infantile, a pronunciarsi per primo, nel 1960, sui benefici del contatto con gli animali, attualmente l'effetto terapeutico della pet therapy è conclamato: gli animali abbassano i livelli di ansia e stress, possono ridurre problematiche legate all'umore, trasmettendo calore e affetto. Gatti e cani sono fra gli animali più utilizzati, insieme a cavalli, delfini e asini. L'onoterapia, praticata con asini, è considerata molto utile grazie alle dimensioni ridotte dell'animale e la tipica andatura lenta, capace di aiutare il paziente a non sentirsi isolato e, al tempo stesso, incentivare la facilità a abbandonarsi con maggior fiducia ai movimenti. L'operatore in questi casi ha il compito di facilitare la comunicazione fra uomo e animale: le mani diventano strumenti di conoscenza attraverso il tatto.
Nella pet therapy agisce una comunicazione non verbale in grado di instaurare un legame basato su vicinanza e empatia: le ultime ricerche mediche hanno definito gli animali acceleratori di relazioni umane. Le emozioni vengono espresse attraverso il tatto e la mimica: si realizza una comunicazione profondamente giocata su sincerità e autentica empatia, non mediata, né falsata. Le analisi condotte hanno dimostrato che durante una seduta si regolarizza il battito cardiaco, tendono ad abbassarsi pressione e glicemia, mentre i livelli di endorfine mostrano un miglioramento.
A chi è consigliata la pet therapy? I campi di applicazione sono numerosi: viene utilizzata con successo in presenza di stati d'ansia e depressione, problematiche dovute a periodi di degenza prolungata, post convalescenza in seguito a ictus e infarti, disturbi comportamentali e dell'apprendimento, riabilitazione motoria.
Chi è affetto da problemi di ansia, depressione e insonnia, insieme a pazienti colpiti da disturbi dell'apprendimento o dell'attenzione, problematiche a livello psicomotorio, sindrome di Down, autismo, demenze senili e malattie degenerative può trarre notevole giovamento da questa terapia di supporto, che al momento è presente in diversi centri di riabilitazione, scuole e laboratori. Grazie alla vicinanza con gli animali è possibile migliorare l'apprendimento, incoraggiare la capacità di fiducia e comunicazione. Inoltre, la pet therapy aiuta l'esercizio fisico, ha effetti benefici sulla soglia di resistenza al dolore, educa al rispetto verso il mondo e la natura, costituisce un aiuto per l'autostima.