SPACCIO, ESTORSIONE E TORTURA

Tortura, estorsione e spaccio: arrestati sei carabinieri e sequestrata una caserma a Piacenza | Gip: "Totale disprezzo dell'uniforme"

La procura: "Per quello che abbiamo potuto percepire, non c'è stato quasi nulla di lecito. Si fa fatica a definire carabinieri questi soggetti". I cc intercettati: "Abbiamo fatto un'associazione a delinquere"

Una caserma dei carabinieri è stata posta sotto sequestro e almeno sette militari sono stati arrestati a Piacenza, in seguito a un'inchiesta della procura. I reati contestati andrebbero dallo spaccio, all'estorsione fino alla tortura. "Faccio un po' fatica a definire carabinieri questi soggetti. Non c'è stato nulla o quasi nulla di lecito per quello che abbiamo potuto percepire", ha detto la procuratrice capo di Piacenza, Grazia Pradella. 

Le indagini, durate circa sei mesi, riguardano reati commessi a partire dal 2017, tra cui lo spaccio di sostanze stupefacenti, la ricettazione, l'estorsione, l'arresto illegale, la tortura. Le accuse sono di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personali, peculato, abuso d'ufficio e falsità ideologica. 

Sono 12 le misure di custodia cautelare in carcere all'indirizzo di cinque militari appartenenti all'Arma dei carabinieri, sei uomini italiani e un maghrebino e cinque ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, di cui un carabiniere, oltre a quattro misure di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, tre delle quali per militari dell'Arma e una misura dell'obbligo di dimora nella provincia di Piacenza, che ha colpito sempre un carabiniere.

"Reati impressionati" - "Siamo di fronte a reati impressionanti, se si pensa che sono stati commessi da militari dell'Arma dei carabinieri. Si tratta di aspetti molto gravi e incomprensibili agli stessi inquirenti che hanno indagato. Una serie tale di atteggiamenti criminali che ci ha convinto a procedere anche al sequestro della caserma dei carabinieri per futuri accertamenti", ha commentato il procuratore capo di Piacenza.

Gip: "Totale disprezzo dell'uniforme" Nella stazione carabinieri Piacenza Levante sono state messe in atto "condotte poco trasparenti e gravemente scorrette" sia nei confronti dell'autorità giudiziaria sia e soprattutto nei confronti di chi "ingiustamente" era stato arrestato: condotte "illecite" che vanno viste "nell'ambito di un generale atteggiamento di totale illiceità e disprezzo per i valori incarnati dall'uniforme indossata". E' quanto scrive il gip di Piacenza nell'ordinanza di custodia cautelare.

I reati più gravi durante il lockdown "Gli attuali imputati sono stati monitorati minuto per minuto attraverso intercettazioni telefoniche e soprattutto telematiche. Tutti gli illeciti più gravi contestati sono stati commessi in epoca Covid, in piena epoca lockdown e con disprezzo delle più elementari regole di cautela imposte dalla presidenza del Consiglio attraverso i vari decreti via, via emanati", ha sottolineato Pradella. Secondo gli accertamenti della procura piacentina, "solo un militare" della caserma sotto inchiesta non sarebbe "allo stato" coinvolto. "I fatti sono di estrema gravità - ha aggiunto la procuratrice - ma non intaccano la fiducia che la procura della Repubblica di Piacenza ha nei confronti dell'Arma dei carabinieri". 

L'intercettazione: "Abbiamo fatto un'associazione a delinquere" "Ho fatto un'associazione a delinquere ragazzi (...) in poche parole abbiamo fatto una piramide (...) noi siamo irraggiungibili". Sono alcune frasi, agli atti dell'ordinanza, raccolte da un'intercettazione ambientale. "Abbiamo trovato un'altra persona che sta sotto di noi - prosegue - . Questa persona qua va tutti da questi gli spacciatori e gli dice: 'Guarda, da oggi in poi, se vuoi vendere la roba vendi questa qua, altrimenti non lavori!' e la roba gliela diamo noi!".

"Sembrava una scena di Gomorra" "Hai presente Gomorra? Le scene di Gomorra. E' stato uguale e io ci sguazzo in queste cose. Tu devi vedere gli schiaffoni che gli ha dato". Così uno degli indagati (non un carabiniere) racconta al suo interlocutore i modi con cui uno dei carabinieri arrestati si era fatto consegnare un'auto. Motivo per cui, fra le ipotesi di reato, c'è anche l'estorsione.

L'Arma: "Totale sostegno ai magistrati" "In relazione all’inchiesta che ha interessato carabinieri in servizio a Piacenza, è stata immediatamente disposta la sospensione dall’impiego nei confronti dei destinatari del provvedimento giudiziario, nonché la contestuale valutazione amministrativa dei fatti per adottare, con urgenza, rigorosi provvedimenti disciplinari a loro carico", fa sapere l'Arma in una nota, confermando "totale sostegno all’autorità giudiziaria" e "sottolineando come i gravissimi episodi oggetto di indagine siano ulteriormente aggravati dall’incommensurabile discredito che gettano sull’impegno quotidianamente assicurato dai carabinieri al servizio dei cittadini e a tutela della legalità".