Si intitola "Frasi&Fumo" il nuovo album di Nina Zilli. Un lavoro dalle forti tinti soul, anticipato dal brano "Sola". "In questo disco c'è tutto quella che sono io - spiega Nina a Tgcom24 -, con un'ulteriore ricerca musicale che arricchisce il mio bagaglio". E in merito al singolo: "E' dedicato a tutte le persone che hanno il coraggio di affrontare la propria solitudine. E' in quei momenti che capiamo che si può andare avanti".
"Frasi&Fumo" prosegue coerente nel percorso seguito sin qui da Nina, diventando il perfetto crocevia su cui si incontrano tutti i suoi amori e i suoi riferimenti musicali. Il soul targato Atlantic e Motown, in primis, poi il blues e il jazz, la verve e l'incantesimo di grandi cantanti di oltre oceano come Nina Simone ed Etta James. Senza dimenticare la grande canzone italiana degli anni 50 e 60, incarnata da maestri di genere come Paoli, Bindi e tanti altri, qui omaggiata con una cover di "Se bruciasse la città", portata al successo da Massimo Ranieri. Un lavoro importante al quale ha dato un contributo decisivo la produzione di Mauro Pagani. "Sono andata in studio da lui, che ha un valigione musicale, l'abbiamo aperto e ci siamo divertiti a mettere i vestiti alle canzoni" spiega Nina.
Partiamo dal titolo dell'album: perché l'associazione tra frasi e fumo?
E' il titolo della canzone da cui tutto è partito. E' un brano che parla di un nuovo inizio e ha molto entusiasmo. A me piace buttarmi a capofitto nelle cose però inevitabilmente viene da chiederti cosa accadrà e se le belle parole e le belle emozioni andranno a finire da qualche parte e si perderanno come fumo.
L'immagine ricorda anche un fumoso club di jazz, che potrebbe essere in linea con lo stile dell'album...
Non era quello il riferimento ma se evoca musica buona va comunque bene.
A proposito di buona musica, "Sola" guarda molto al blues e al soul.
Sì, è un "bluesaccio", uno standard. L'ho scritto di getto perché è una canzone molto viscerale e totalmente autobiografica. "Sola" è un po' l'epilogo di un momento che ho vissuto.
Questo album è la fotografia di una fase della tua vita?
Sì, esattamente. E voglio dedicare in particolare "Sola" a tutti quelli che hanno il coraggio di affrontare la propria solitudine. E' brutto e fa malissimo ma alla fine questo incontro con noi stessi va fatto perché è terapeutico. Nello stare male riesci a trovare la forza per tirare su la testa e fare quel passo avanti che ti fa lasciare tutto alle spalle.
Credi che il confronto con noi stessi sia quello più difficile?
Sì, perché non possiamo raccontarci bugie. Possiamo raccontarle a tutti ma quello con noi stessi è un confronto impietoso. Poi nella definizione sociale per una donna la solitudine è ancora più dolorosa. In realtà io non credo nella suddivisione dei generi, la solitudine è una brutta bestia per tutti.
Una brutta bestia ma utile...
La vita è una e non bisogna accontentarsi. A volte restiamo legati a una persona o a delle relazioni solo per la paura di restare soli e non avere appigli e sostegni. Bisogna invece non temere di restare soli: è peggio stare in una situazione che non ha senso.
Hai detto che l'album è molto personale. C'è un argomento che non riesci a trattare in una canzone perché troppo privato?
Certo, più di una canzone tra quelle che ho scritto è poi rimasta nel cassetto per una questione di pudore. Però la verità è l'elemento in più in una canzone: più è vera e più ti arriva. Per questo alcuni brani ti colpiscono e sembrano scritti apposta per te. Però quando sei tu il veicolo, certe cose sono difficili da esporre al pubblico...