Genitori in rivolta sui social

Dopo il coronavirus è già emergenza asili: taglio posti a Milano, a Roma caos maestre e in Emilia-Romagna...

"Senza linee guida non si riapre il 1° settembre" è l'ultimatum delle cooperative sociali. Mentre sui social network scoppia la rivolta dei genitori da tutta Italia

© Italy Photo Press

Assenza di linee guida; bambini ammessi in graduatoria ad aprile ed improvvisamente esclusi a fine luglio da quel posto al nido; caos nel reclutamento delle maestre; riapertura al 1° settembre in forse. Da Milano a Roma passando per l'Emilia-Romagna è già emergenza scuole dell'infanzia. Ancora una volta, la fascia d'età da 0 a 6 anni sembra dover pagare il prezzo più alto anche nella fase post-coronavirus. "Non è un Paese per bambini", protestano in coro i genitori di tutta Italia sui canali social, prendendo di mira Comuni, Regioni e non risparmiando critiche alla ministra Azzolina. Ecco perché, caso per caso.

A Milano tremila bimbi esclusi dagli asili comunali - Protesta via social dei genitori milanesi che attendono di sapere se i figli rientreranno tra coloro che potranno frequentare le scuole d'infanzia e i nidi del Comune a settembre. L'assessore all'Educazione e Istruzione del Comune di Milano, Laura Galimberti, aveva lanciato l'allarme alcuni giorni fa, spiegando che senza linee guida e indicazioni su come gestire gli spazi nell'emergenza post Covid a settembre rischiano di rimanere esclusi dalle aule 3mila bambini. Mentre i primi inserimenti sono slittati a ottobre.

Il Comune ha inviato le mail alle famiglie assegnatarie dei posti, che potranno aderire o rifiutare, ma intanto sulle pagine social del Comune e dei consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, arrivano le proteste dei genitori. "Se sei un genitore milanese con figli 0-6, in queste ore sei diviso tra sollievo - per aver ricevuto la fatidica email dal Comune di Milano che chiede di accettare o rifiutare il posto al nido o materna, oppure ansia per non aver ricevuto nulla - scrive una mamma sulla pagina Facebook di una consigliera comunale Pd -. E ti chiedi: i miei figli saranno tra quei 3.000 bambini che non saranno accolti nei servizi pubblici?".

E ancora un padre: "Caro Sindaco Beppe Sala, ci fareste gentilmente sapere cosa succederà a chi sarà escluso dal sistema scolastico, dopo esservi peraltro entrato?". La capogruppo di Milano Progressista in Comune, Anita Pirovano, ha spiegato che "non nascondo una forte preoccupazione e un po' di imbarazzo per questa situazione che è allarmante e che coinvolge a pieno titolo anche il livello istituzionale cittadino". Mentre per Matteo Forte di Milano Popolare, all'opposizione, "la giunta Sala, tra un video social del sindaco e uno spot con rapper di successo, si è dimenticata dei servizi per l'infanzia di sua stretta competenza". 

Dal Comune provano a dare rassicurazioni. "Il ridimensionamento della capienza è dovuto alle norme anti contagio ed è stato fatto per garantire la sicurezza di bambini ed educatori - spiegano. - Stiamo comunque mappando tutti gli spazi per ricavare più posti possibili".

Così nella lotteria dei posti, non resta che sperare nel ripescaggio entro il 10 agosto o mettersi da subito a caccia nelle strutture private.

A Roma caos maestre - Sul sito di Roma Capitale sono state pubblicate le graduatorie per l'accesso ai nidi. I genitori dovranno comunicare l'accettazione del posto entro il 30 luglio. A partire dal 31 luglio, si apriranno le accettazioni per coloro che si trovano in lista di attesa. Incertezza, dunque, per circa 2mila bambini.

Ma "nei nidi e nelle scuole dell'infanzia di Roma Capitale è caos educatrici e insegnanti. Ogni volta che la Raggi e il suo assessore al Personale bandiscono concorsi, le mandrakate annunciate per risollevare le sorti di Roma finiscono in disastri. Come nel caso delle scuole, con procedure l'una più tarata dell'altra. L'ultima, prevede addirittura assunzioni con riserva di concorrenti che hanno partecipato senza titoli. Forse la Raggi confida nella ministra Azzolina che, in quanto a procedure bizzarre, ci ha già abituati: proprio in queste ore ha infatti lanciato la proposta di reclutare insegnanti non ancora laureati per impegnarli nelle scuole". Così, in una nota, il capogruppo regionale del Lazio, Enrico Cavallari (Italia Viva), già assessore al Pesonale di Roma Capitale.

In Emilia Romagna in forse la ripartenza al 1° settembre -  In assenza di linee guida entro il 31 luglio, i servizi educativi 0-6 anni (asili nido e scuole per l'infanzia) non potranno ripartire il 1° settembre. E' l'allarme lanciato dalle cooperative sociali aderenti all'Alleanza delle Cooperative dell'Emilia-Romagna (l'organismo unitario costituito da Agci, Confcooperative e Legacoop). Le cooperative che gestiscono i servizi scolastici hanno, però, avanzato alcune proposte.

Innanzitutto sul mantenimento delle misure di sicurezza: dalle procedure di accoglienza-triage all'utilizzo delle mascherine e dei dispositivi di protezione individuale. Inoltre chiedono costanti sanificazioni, un patto di corresponsabilità gestori-famiglie con la possibilità di realizzare tamponi e/o test sierologici agli operatori e chiare linee guida di comportamento sia in presenza di casi Covid che sulla riammissione dei bambini con malattie non Covid.

Chiedono, inoltre, il ripristino dei parametri organizzativi (rapporti numerici adulto-bambino) e strutturali (metri quadri a bambino), così come previsti nelle differenti direttive regionali prima dell'insorgenza del Covid. Infine, sollecitano l'inserimento all'interno del sistema di risorse economiche aggiuntive per garantire la sicurezza e attenzione nei confronti dei servizi integrativi pre e post scuola e di sostegno ai bambini con disabilità.

"Le famiglie, nonostante il Covid, hanno iscritto i bambini ai servizi ritenendoli un bene comune utile e prezioso - dichiarano i rappresentanti dell'Alleanza Cooperative dell'Emilia-Romagna. - Auspichiamo che questo apprezzamento venga manifestato con atti concreti anche dalla politica e dalle persone impegnate nelle pubbliche amministrazioni".