Le riforme sul lavoro contenute nel Jobs act produrranno un effetto positivo sul Pil pari allo 0,9% nel 2020, mentre nel lungo termine l'impatto sarà dell'1,6%. La valutazione è del governo, che lo scrive in un documento inviato all'Unione europea in vista del giudizio definitivo da parte di Bruxelles sulla legge di Stabilità 2015, atteso nelle prossime settimane.
Secondo Palazzo Chigi le riforme avviate produrranno nel loro complesso una crescita del 3,6%, sempre considerando il 2020. E proprio il calendario delle riforme viene comunicato in maniera dettagliata in una road map, che illustra i tempi di realizzazione di ciascun provvedimento e che è stata preparata dal ministero dell'Economia e delle finanze.
Il governo fa sapere inoltre a Bruxelles che la riforma elettorale sarà completata entro aprile e quella costituzionale entro fine anno, se su quest'ultima non verrà indetto un referendum.
Inoltre, l'esecutivo punta a chiudere la privatizzazione del 5% di Enel, del 40% di Poste e del 49% di Enav entro quest'anno. Dalle privatizzazioni il governo si attende un +0,7% di entrate all'anno sul periodo 2015-2017.
Poletti: "100-200mila occupati in più" - "Nel 2015 possiamo regalare all'Italia 100-200mila occupati in più". Lo afferma il ministro del lavoro Giuliano Poletti nell'anticipazione di un'intervista ad Avvenire. "I numeri dell'occupazione - aggiunge - devono cambiare in maniera radicale. Insisto: oggi abbiamo un disperato bisogno di creare centinaia di migliaia di assunzioni".