"La Mafia si siede a tavola", scoppia il caso diplomatico con la Spagna
Il governo chiede il ritiro del marchio della catena di ristoranti spagnola, che rappresenterebbe un danno all'immagine nazionale e della Sicilia
Una "cena" con la mafia al centro di un caso diplomatico con il governo di Madrid. Recentemente in Spagna ha preso piede una catena di ristoranti che ha fatto dell'infelice accostamento tra cucina e criminalità organizzata un brand di successo. Claudio Fava, deputato catanese del gruppo misto il cui padre Pippo Fava, giornalista, fu assassinato da Cosa Nostra trent'anni fa, ha reagito con un'interrogazione parlamentare, chiedendo al governo di fare pressioni sulle autorità spagnole per far chiudere la catena "La mafia se sienta a la mesa", o almeno farne modificare il marchio.
Come riporta il quotidiano Il Giornale, il governo italiano si è effettivamente mosso con Madrid, ravvisando nell'emblema della catena un danno all'immagine nazionale e della Sicilia, ma si è visto rispondere picche.
Secondo le autorità spagnole, infatti, la parola mafia è ormai talmente diffusa nel mondo e nel linguaggio comune che non può più essere considerata un riferimento automatico ed esclusivo all'organizzazione criminale siciliana, ma può richiamare un qualsiasi gruppo malavitoso che operi con modalità simili.
Morale, come ha spiegato il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova rispondendo all'interrogazione, il governo spagnolo non procederà a far annullare la concessione del marchio in quanto "non viene ravvisato un collegamento diretto fra il termine 'mafia' e la Repubblica italiana".
In effetti, come tra l'altro non ha mancato di ricordare anche Madrid, numerosi marchi contenenti la parola mafia sono già registrati in Spagna e presso l'Ufficio per l'armonizzazione nel mercato interno dell'Ue, e perfino in Italia non mancano locali che strizzano l'occhio al "Padrino".
Tuttavia, Della Vedova ha assicurato che la battaglia del governo andrà avanti. Le autorità italiane hanno intenzione di rivolgersi all'ambasciatore spagnolo in Italia, a cui è già stato espresso il disappunto nazionale. L'obiettivo è studiare altre possibilità "a livello bilaterale ed europeo".
SU TGCOM24