Lutto cittadino ad Alba nel giorno dell'ultimo saluto a Michele Ferrero, il patron dell'omonima azienda dolciaria, morto sabato a Montecarlo. Ai funerali, celebrati in Duomo dal vescovo, monsignor Giacomo Lanzetta, ha partecipato anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi. "Sono qui - ha detto il premier - per onorare un grande italiano, una storia incredibile di talento, territorio e valori umani".
A rendere omaggio a Ferrero, oltre al presidente del Consiglio, anche l'ex premier Romano Prodi, il sindaco di Torino, Piero Fassino, e il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino.
Un lungo applauso ha accolto la salma di Ferrero sul sagrato del Duomo di Alba. Ad accompagnare il feretro erano presenti la moglie Franca, il figlio Giovanni e le nuore, Paola e Luisa, che hanno ricambiato l'applauso. Sulla bara di legno chiaro un cuscino di fiori bianchi. Quattro maxi schermi disposti nelle piazze hanno trasmesso le esequie. Martedì 10mila persone sono state alla camera ardente allestita nella fabbrica della città in provincia di Cuneo.
Il vescovo: "Ci sentiamo orfani e più poveri" - "Siamo tutti sentitamente toccati, ci sentiamo orfani e più poveri". E' un passaggio dell'omelia pronunciata durante le esequie da monsignor Lanzetti. "Fuori di retorica è stato un campione di umanità della virtù della nostra terra, ha saputo accogliere in sè l'umanità che è sedimentata nelle nostre colline testimoniandola in modo cristallino e contagioso. Gli diciamo grazie, gli dobbiamo essere grati e sentire il debito di continuare a lavorare con la sua operosità e il suo stile", ha aggiunto il vescovo.