La rivoluzione

Auto a idrogeno, le giapponesi sprintano

Sulla scia del fenomeno Mirai in Giappone

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La rivoluzione dellʼauto a idrogeno è realtà. Finora i prototipi di auto (tanti!) alimentati con questo carburante, che i maggiori costruttori hanno via via presentato, sono rimasti sulla soglia della produzione industriale. Ma dal Giappone arriva la notizia che Toyota, Nissan e Honda ‒ i tre principali costruttori del Sol Levante ‒ hanno siglato un accordo per collaborare a una rapida espansione della rete di distribuzione dellʼidrogeno per i veicoli a celle combustibili.

Merito di un fenomeno che si chiama Toyota Mirai. Lo scorso mese di gennaio questa innovativa berlina sportiva è stata acquistata da 1.500 automobilisti nipponici e questo fa capire quanto interesse ci sia sul segmento, se soltanto le aziende volessero investire in questo tipo di veicoli, che è bene ricordare emettono dai tubi discarico soltanto vapore acqueo e non gas nocivi. La barriera che finora lʼidrogeno ha trovato nellʼindustria automobilistica mondiale è stata infatti quella della mancanza delle infrastrutture necessarie, cioè delle stazioni di rifornimento per lʼidrogeno, che va stoccato in modo differente da benzina e gasolio. Insomma, cʼè da bussare alle porte della politica, ma se in Occidente le orecchie sono state alquanto sorde, in Giappone si procede spediti.

Il governo del premier Shinzo Abe ha adottato nel giugno 2014 un Piano dʼazione strategico per lʼidrogeno e le celle combustibili e sta contribuendo a finanziare lʼinstallazione di queste stazioni per lʼidrogeno, carburante che viene trasformato dalle celle combustibili (fuel cells) in energia elettrica motrice. Toyota, Nissan e Honda si impegnano al favorire la diffusione dei veicoli così alimentati e si impegnano a sostenere la copertura assicurativa per una parte delle spese che serviranno a realizzare la rete distributiva di questo carburante.