Da Icaro a Interstellar, il viaggio a colori di No Curves indaga l'uomo e i propri limiti
Al Museo della Scienza di Milano in mostra i quadri fatti con l'uso del nastro adesivo di un artista nostrano da tenere sott'occhio
Un viaggio psichedelico nell'arte, nel cinema e nella letteratura; insomma nella nostra cultura e dentro di noi. E' Exp(l)oration, la mostra dell'artista italiano No Curves che come un prestigiatore gioca con il nastro adesivo, al pari di un pittore, che usa colori e pennelli, per creare opere affascinanti che sanno di passato, presente e futuro. L'uso del colore come architettura emotiva, della linea retta come movimento crea quadri dalla forte personalità nel cui interno si possono scovare un sacco di storie.
(Segui il percorso attraverso le parole di No Curves sfogliando la galleria)
Da Icaro a Interstellar, il viaggio a colori di No Curves indaga l'uomo e i propri limiti
Il rimando istintivo è al futurismo, all'arte russa del '900, soprattutto Kandisky, ma anche al cinema e all'arte classica e il mito. No Curves vola in alto, sia in senso metaforico (la mostra nasce dall'idea della piramide kandiskyana in Spiritualità dell'arte) sia da un punto di vista narrativo: il tema centrale è quello della vita intesa come limite e di come attraverso l'esplorazione l'uomo la affronti, mettendo in conto anche le possibili perdite. L'esploratore per eccellenza è l'astronauta ma non mancano Icaro o Marco Polo, lungo questo viaggio che affronta le stelle, le nuvole, la terra e l'acqua. La mostra al Museo della Scienza di Milano, come illustra a Tgcom24 No Curves, si apre quindi con la parte dedicata allo spazio.
Da dove nasce la tua passione per l'astronomia?
E' una cosa che mi è piaciuta fin da piccolo, la fantascienza… Per questo senso di grandiosità. Mi intriga la continua ricerca dell'uomo di quel qualcosa di più, che si risolve nella dissoluzione finale. Infatti non possiamo superare certi limiti, possiamo sfiorarli, l'astronauta senza tuta muore. Quindi la vita è un limite, da un certo punto di vista, e l'astronauta è l'ultimo esploratore per eccellenza.
Qual è il senso della tua arte?
Siamo anestetizzati dalla Tv e dal marketing, e invece è importante ritrovare se stessi. Per farlo bisogna un po' ricercare un senso di vuoto primordiale. C'è chi lo fa con un hobby, lo yoga, le religioni. Quando di notte guardi il cielo stellato è uno di quei pochi momenti nella vita in cui ti puoi perdere... E vale per tutti. Ecco, vorrei trovare questa dimensione di perdita riflettendo sulla nostra cultura.
Le tue origini?
Nasco dall'arte urbana: intervenivo con un unico colore di nastro adesivo. Andavo a rimodellare le forme delle modelle o dei loro volti nelle stazioni bus, creando una nuova immagine. Il concetto di No Curves non è contro la curva ma cerca di lavorare sulla curva per far diventare altro. Poi c'era il discorso della moda, io rendevo le modelle ancora più magre di quello che erano, le trasformavo in pirati, tagliavo anche i nomi dei brand con una linea per rompere la lettura. Arte urbana, l'inizio è stato quello. Anche se io ho un background molto geometrico legato alla grafica.
"EXP(L)ORATION" , NO CURVES dal 12 febbraio al 15 marzo 2015: ingresso compreso nel biglietto del Museo Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Milano, via San Vittore, 21 Orari martedì – venerdì: 9.30 - 17.00 sabato e festivi: 9.30 - 18.30 Biglietti intero 10,00 € – ridotto 7,50 €
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