Il destino del nostro cervello potrebbe essere scritto nel sangue. Secondo uno studio condotto dall'ematologa Mary Cushman dell'Università del Vermont, negli Usa, sarebbe il gruppo sanguigno a "svelare" il rischio di declino cognitivo e demenza senile. In particolare gli individui di gruppo zero sembrano più "protetti" da perdita di funzionalità mentali e memoria, mentre il rischio di declino cognitivo e demenza senile aumenta per il gruppo AB.
Il rischio per ogni gruppo - La ricerca, pubblicata sulla rivista Neurology, ha preso in esame il declino cognitivo di oltre 30mila persone. Nel medesimo arco di tempo e a parità di condizioni che possono influire sull'invecchiamento cerebrale (età, sesso, abitudini), lo studio ha verificato che gli individui di gruppo sanguigno AB "soffrono" di declino cognitivo doppio rispetto a individui di gruppo zero. Secondo Mary Cushman la scoperta è coerente con i risultati di altri studi che rivelano un maggiore rischio di ictus e problemi del circolo sanguigno cerebrale in soggetti di gruppo AB.
Niente panico per il gruppo AB - I gruppi sanguigni si differenziano fra loro per la tipologia di antigeni (proteine, carboidrati, glicoproteine o glicolipidi) presenti sulla superficie dei globuli rossi. La tipologia del gruppo viene determinato geneticamente alla nascita e presenta contributi da entrambi i genitori. E anche se quello AB appare il più esposto a danni di tipo cerebrale, niente panico: vi sono altri fattori in gioco ben più influenti nel determinare il rischio di demenza su cui, per di più, si può agire. Alcuni di questi sono il fumo, l'obesità e la sedentarietà.