Poche righe, scritte a mano su un foglio protocollo. Sono le parole di Massimo Giuseppe Bossetti che, tramite una lettera, arrivano alla redazione di Tgcom24/News Mediaset. Parole con cui l'uomo in carcere con l'accusa di avere ucciso Yara Gambirasio chiede a gran voce la libertà, dopo l'ennesimo no dei giudici alla richiesta dell'avvocato Claudio Salvagni di mandare a casa il muratore di Mapello in attesa del processo. "Sono prostrato - scrive il 44enne - di fronte a tanta ingiustizia".
Frasi scritte di getto, subito dopo aver appreso che il Gip di Bergamo, Ezia Maccora, non ha ritenuto determinanti i punti illustrati dalla difesa dell'uomo. In particolare le eccezioni riguardanti il dna che, secondo una perizia della Procura, non sarebbe chiarissimo nella parte mitocondriale. "Ogni giorno subisco una cattiveria senza limiti - si legge nella missiva - e con me tutta la mia famiglia. Non ho mai fatto male a nessuno, ho sempre vissuto amando mia moglie e i miei figli, ai quali dico ancora una volta con tutta la forza che ho dentro che sono Innocente".
E proprio scrivendo la parola "Innocente", Bossetti usa l'iniziale maiuscola, quasi a sottolineare ancor più la sua estraneità al delitto della 13enne di Brembate Sopra. "E' diventata per me una ragione di vita - conclude Bossetti - non mollerò mai, fino alla fine. Sono Innocente, vi prego di credermi"