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"Io, italiano soldato a Kobane" Insieme ai curdi contro l'Isis

Marcello Franceschi si è arruolato tra i curdi per combattere gli estremisti dell'Isis. La sua unità è attiva a Kobane, la città al confine tra Turchia e Siria, teatro di sanguinosi combattimenti

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Da cooperante a soldato. E' la storia di Marcello Franceschi, 25 anni, di Senigallia nelle Marche, arrivato inizialmente in Siria per portare aiuto ai curdi. Dopo aver visto gli orrori della guerra, però, decide di imbracciare il fucile e combattere a Kobane contro gli estremisti dell'Isis. "Ho visto gli occhi dei bambini che lottano - racconta a Vanity Fair - e ho scelto di aiutarli".

Di nascosto oltre il confine - Dalla Turchia entra in Siria da clandestino. Poi inizia l'addestramento. Quello che colpisce Marcello è la gentilezza dei curdi. Presto è mandato in prima linea. Con la sua unità, si trova a pochi metri dal nemico: il compito è controllare i movimenti degli estremisti. "Esplosioni, pallottole, cannonate sono continue. Devi stare sempre con gli occhi aperti", spiega.

"Pochi conoscono la verità" - La sua scelta non ha entusiasmato la famiglia. "Il nostro progetto si chiamava Rojava calling. Mi sono staccato dai centri sociali e ho informato pochissime persone. A mia madre ho detto la verità. Non era d'accordo. Anche alla mia ragazza ho detto la verità. Mi ha fatto promettere che l'avrei fatto solo questa volta".

Vita al fronte -
La vita è al fronte è ovviamente dura: freddo, poco cibo e soprattutto mancanza di sonno. In conto bisogna anche mettere la perdita dei commilitoni colpiti a morte. Ma questo non spaventa il nostro connazionale: "Sono pronto a morire per quello in cui credo".

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