Sono nati con le dita sulle tastiere dei computer e cresciuti col touch screen degli smartphone, ma le loro superiori competenze informatiche non li mettono al riparo dai rischi che comporta l'uso costante del web. Ai cosiddetti "nativi digitali", ma non solo, è dedicata l'Internet Safer Day, la giornata per la prevenzione e la formazione contro i pericoli del web che da ormai 12 anni l'Ue promuove e celebra ogni 10 febbraio. Una giornata a cui anche i colossi dell'high tech, da Google a Intel, hanno voluto dare il loro contributo, elaborando dei vademecum per un uso più consapevole della rete.
Proteggere le password, uscire sempre da tutti i programmi in rete e controllare sempre le impostazioni sulla privacy. Sono i consigli principali contenuti nelle due guide di Google, una per le famiglie e una allargata a tutti gli utenti.
Intel, dal canto suo, pone l'accento sulla consapevolezza del problema e sulla sicurezza dei dispositivi mobili. "In Italia - afferma la compagnia - è emerso che il 27% degli utenti 'mobile' non protegge con codice Pin o password il proprio smartphone, mentre il 30% utilizza lo stesso Pin su molteplici dispositivi. Inoltre, quasi la metà permette alle proprie app di accedere a fotografie (46%) e informazioni di contatto (45%), fino a un 60% che consente alle app di accedere alla propria posizione".
Una consapevolezza che rispetto agli scorsi anni è molto aumentata se, come emerge da un sondaggio Gallup dell'ottobre 2014, ci sono più persone che temono che il loro account venga violato di quante temono che qualcuno entri nelle loro case.
Nel 2014 è cresciuta la preoccupazione per i cybercrimini tra gli utilizzatori di Internet in Europa. A rivelarlo è un sondaggio Eurobarometro, per il quale l'85% degli intervistati (82% in Italia) è convinto che è aumentato il rischio di diventare vittima di questo tipo di reati. Erano il 9% in meno nel 2013. In crescita le ansie legate al furto di identità, all pirateria della casella di posta elettronica o del profilo sui social media, alle frodi legate ad una transazione bancaria o con carte di credito.
I cosiddetti "nativi digitali", che si collegano alla rete più volte al giorno e per molto più tempo degli adulti, sono anche più esposti. Un'indagine del Moige e della Polizia postale rivela che i giovani internauti sono vulnerabili e poco consapevoli. Secondo la ricerca, condotta dal professor Tonino Cantelmi dell'Università Lumsa, nel 2014 le vittime di cyberbullismo sono aumentate e il volume reale dei casi supera di cinque-sei volte il numero delle denunce.
I dati parlano chiaro: un ragazzo su tre accetta online amicizie da sconosciuti e uno su cinque incontra questi estranei anche al di fuori della rete. Ragazzi che rischiano di finire vittime di reati come il furto d'identità, sexting, cyberbullismo, trolling, adescamento e violenze sessuali online. I dati della polizia postale per il 2014 rilevano 345 vittime di abusi in rete, contro le 109 del 2013. Il reato più diffuso è il furto d'identità sui social network, che ha subito una vera e propria escalation nel giro di un anno (114 casi nel 2014, solo 23 nel 2013).
Da un'altra ricerca, stavolta realizzata da Telefono Azzurro Dopxakids, emerge che gli stessi adolescenti sono allarmati dai pericoli della navigazione nel web. Il 64% dei minori che si connette teme che le informazioni condivise vengano usati per scopi diversi da quelli dichiarati. Il 15% del campione intervistato ha già subito un furto di identità e il 30% è pentito di ciò che ha condiviso online. Il senso di insicurezza è talmente radicato che circa metà dei ragazzi si rivolge agli adulti per essere consigliato sul modo più sicuro di navigare, ma i genitori sono troppo spesso inadeguati e loro stessi inconsapevoli dei rischi.
Lo scopo dell'Internet Safer Day è sensibilizzare sui rischi che comporta l'utilizzo di Internet e fornire gli strumenti tecnici, educativi e formativi per rendere il web più sicuro. Il tema di quest'anno, "Let's create a better Internet together", rappresenta un invito a tutti gli attori in gioco (famiglie, politici, istituzioni, aziende del settore) a collaborare per contrastare le insidie che si nascondono nella navigazione online.