Calzature, fazzoletti e rotoli di carta da cucina prodotti a partire dagli scarti della lavorazione delle mele. A Bolzano nascono "cartamela" e "pellemela" grazie agli esperimenti effettuati nell'arco di cinque anni dalla Frumat, un laboratorio di analisi chimiche fondato da Hannes Parth. Dal 2009 il quantitativo di residui industriali delle mele utilizzato per realizzare prodotti ecosostenibili è passato da 0 a 30 tonnellate al mese.
La seconda vita della frutta - L'Alto Adige fornisce circa il 10% della produzione mondiale di mele. Appare chiaro, quindi, perché l'innovazione "green" di "cartamela" e "pellemela" abbia preso piede in quel di Bolzano dietro iniziativa di Hannes Parth, titolare dell'azienda Frumat a Bolzano. La carta speciale "eco-friendly" costa il 10% in più rispetto a quella tradizionale, ma permette di riutilizzare la quantità di scarti delle mele che non coinvolta negli impianti di biogas o trattata come rifiuto speciale. I residui industriali si sono rivelati ottimi per produrre carta assorbente, igienica, quaderni, sacchetti biodegradabili e scatole per il packaging.
L'eco-pelle alle mele - "La nostra ricerca e le nostre sperimentazioni però non si fermano - ha dichiarato Hannes Parth - e ora siamo impegnati nella realizzazione della pellemela, un prodotto ottenuto sempre dagli scarti di lavorazione delle mele ma destinato alla legatoria, alle calzature e ai rivestimenti di divani e sedie". L'eco-pelle della Frumat potrà essere utilizzata per creare copertine di agende, accessori, borse, calzature e perfino rivestimenti di divani.