"TAGLIARE MANI E PIEDI"

Grande imam di Al Azhar attacca l'Isis "I terroristi andrebbero crocifissi"

Forte presa di posizione di una delle massime autorità religiose musulmane: Ahmed Al Tayeb tuona contro gli uomini dello Stato islamico definendolo "satanico" e contro la loro "azione ignobile"

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Netta presa di posizione contro gli jihadisti dell'Isis di Ahmed Al Tayeb, grande imam della moschea egiziana di Al Azhar a Il Cairo, massima istituzione sunnita. Il responsabile di uno dei principali centri d'insegnamento religioso dell'Islam ha sostenuto infatti che i terroristi dello Stato Islamico andrebbero "crocifissi" e bisognerebbe tagliare loro mani e piedi.

L'indignazione dell'imam - L'imam, che è una tra le più importanti autorità religiose musulmane, ha lanciato il suo proclama attraverso un comunicato dell'università di Al Azhar in cui, riferendosi al pilota giordano arso vivo, ha "espresso il sua profonda indignazione per questa azione terrorista ignobile che esige la sanzione indicata dal Corano per questi tiranni che corrompono e che fanno la guerra ad Allah e al suo messaggero. Devono essere uccisi, crocifissi e bisogna tagliare loro le mani e i piedi", ha aggiunto riferendosi alla punizione coranica del taglio incrociato della mano destra e del piede sinistro.

L'imam ha inoltre definito l'Isis una "organizzazione terrorista satanica", affermando che l'uccisione del pilota giordano "è un'azione maligna" respinta da tutte le religioni. Al Tayeb ha quindi fatto appello "alla comunità internazionale perché lotti contro questa organizzazione terroristica che perpetra azioni selvagge e barbare che non soddisfano né Allah" né Maometto. L'imam ha infine espresso le sue condoglianze al re Abdallah di Giordania e al popolo giordano per il martirio del pilota.

Minacce al Belgio - La redazione del quotidiano belga di lingua fiamminga Het Laatste Nieuws ha intanto ricevuto una lettera anonima di minacce, secondo cui il Belgio è un obiettivo dell'Isis, che colpirà con "autobomba ed esplosivo". Il documento, battuto a macchina, è stato recapitato per posta e si rivolge ai belgi, al re Filippo e al sindaco di Anversa Bart De Wever. La lettera, scritta in francese, secondo gli specialisti testimonia "una logica certamente riconducibile a quella dello Stato islamico". La missiva rinvia inoltre a un filmato diffuso dall'Isis su Internet la settimana scorsa, secondo cui Belgio, Francia e Stati Uniti sono sotto minaccia.

"Quello che è accaduto in Francia si ripeterà in Belgio", promette l'autore della lettera, che fa anche riferimento al processo contro membri dell'organizzazione radicale Sharia4Belgium. Il documento è stato sequestrato dalla polizia.

Il premier iracheno al re giordano: "Avanti con i raid" - Dopo la tragica fine del pilota, il primo ministro iracheno Haidar al Abadi ha dichiarato che occorre lanciare ancor più "duri raid contro il gruppo terrorista". Baghdad ha espresso alla Giordania la sua più completa solidarietà sottolineando che "i due Paesi combattono il terrorismo dalla stessa trincea".

Proprio dall'Iraq veniva Sajida al Rishawi, la terrorista condannata a morte in Giordania e giustiziata con un altro detenuto, Ziad al Karbuli, in risposta alla barbara uccisione di Kassasbeh. Secondo le autorità irachene, un fratello della Rishawi, ucciso a Falluja nel 2004, era uno stretto collaboratore di Abu Musab al Zarqawi, l'allora capo di Al Qaeda in Iraq.